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docenti in aula insegnanti

Tra gli ultimi atti del Ministro uscente, Patrizio Bianchi, ricorderemo quello sul decreto sulla valorizzazione docenti, firmato lo scorso 1 ottobre: la manovra riguarda la continuità didattica, da garantire agli studenti, e la mobilità degli insegnanti. In sintesi, si assegna un premio economico a chi ha svolto almeno 5 anni di servizio in una scuola e a chi mantiene la propria sede senza presentare domanda di trasferimento: per il provvedimento sono stati stanziati 30 milioni di euro, ma vi sono diverse posizioni contrarie a riguardo.  

A chi è indirizzato il decreto per la valorizzazione docenti

Firmato il decreto che mira alla valorizzazione docenti: più precisamente si prevedono incentivi economici per gli insegnanti che, pur lavorando in una provincia diversa da quella di residenza, non presentano domanda di mobilità. Allo stesso modo si premia chi è in servizio in scuole a rischio, collocate in zone disagiate, soggette a possibile dispersione e spopolamento. La valorizzazione economica si attuerà in presenza di entrambe queste condizioni.

Ricordiamo che, in una prima stesura del provvedimento, si includevano anche i docenti che provavano a cambiare scuola, ma non ottenevano il trasferimento. Procedura da subito bocciata dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, che così si era espresso: “I criteri individuati dal decreto non permettono di incentivare solo chi volontariamente sceglie di assicurare la continuità didattica ma anche chi, pur avendo prodotto domanda di trasferimento, casualmente non l’ha ottenuta”.

Come ha spiegato a ‘Repubblica’ Ivana Barbacci, segretaria della Cisl Scuola, nella stesura definitiva “sono state accolte le istanze espresse nel Cspi ed è così passato il principio che si deve garantire la permanenza in una scuola senza fare domanda di trasferimento: ci è sembrata la cosa più seria. Comunque avrebbero potuto soprassedere, purtroppo non l’hanno fatto“.

Per l’Anief si escludono troppi docenti dal beneficio

L’indennità per la valorizzazione docenti non è destinata a tutti, ma ad una minoranza, circa 19 mila insegnanti in base ai calcoli del sindacato Anief. “La nostra organizzazione – ha affermato Marcello Pacifico, leader dell’Anief – chiede da tempo l’indennità di sede per ristorare chi lavora lontano da casa, ma non certo a queste condizioni limitanti: non ha senso introdurla con criteri che risarciscono per il lavoro svolto in sedi disagiate solo il personale che lavora in quella sede da almeno cinque anni dimenticando tutti i docenti neo immessi in ruolo da cinque anni a questa parte e, soprattutto, il personale ATA”.

Il sindacato ha rimarcato che, per tutelare la continuità didattica, occorre in primo luogo stabilizzare i precari: “Se il problema è la continuità didattica, allora la si può ottenere con la stabilizzazione degli organici, specie su sostegno, non con un’indennità che non dà effettivo riconoscimento al personale della scuola che lavora in sede lontana dalla propria residenza e neanche a chi presta servizio nelle cosiddette ‘zone a rischio’. Viene anche da chiedersi: ma se 400 mila docenti non presentano domanda di mobilità, perché allora l’indennità per la continuità didattica sarà data a soli 19 mila colleghi? Dovranno cambiare la residenza? Stando così le cose, noi ricorriamo in tribunale”.