Precariato scuola, il nuovo ministro dell’Istruzione sarà chiamato ad affrontare le problematiche del personale scolastico precario, in modo particolare la tanto invocata stabilizzazione. Di fronte ad una tanto contestata riforma del reclutamento e della formazione iniziale, voluta dal ministro uscente Patrizio Bianchi, c’è l’esigenza di mettere in atto subito dei provvedimenti concreti in grado di ridurre il precariato. Abbiamo chiesto alla segretaria Cisl Scuola, Ivana Barbacci, quale dovrebbe essere la prima azione concreta da mettere in atto subito, da parte del nuovo ministro dell’Istruzione.
Stabilizzazione precari, Barbacci (Cisl Scuola): ‘I diritti delle persone devono essere riconosciuti’
La segretaria generale della Cisl Scuola, Ivana Barbacci, ha sottolineato, innanzitutto, come occorra garantire un percorso adeguato che possa condurre verso la stabilizzazione dei docenti precari. Il precariato deve essere ridotto in maniera significativa e drastica.
‘La scuola ha bisogno di personale stabile’
‘Cominciamo col dire – ha esordito la segretaria Cisl Scuola – che superare e ridurre il precariato è un interesse primario del sistema. In primo luogo la scuola ha bisogno di personale stabile. Poi è evidente che i diritti delle persone devono essere riconosciuti e, quindi, garantire un percorso professionale adeguato che approdi verso un contratto di lavoro stabile garantisce, ad esempio, anche gli studenti rispetto alla continuità. Quindi il precariato va ridotto in maniera significativa e drastica’.
‘L’esperienza lavorativa dev’essere riconosciuta in ogni posto di lavoro’
Uno degli aspetti più importanti, naturalmente, è rappresentato dall’esperienza lavorativa maturata dal personale docente precario, un’esperienza che, in campo scolastico, sta continuando ad andare in controtendenza rispetto ad altri settori lavorativi.
‘L’intero sistema di reclutamento va rivisto’
‘In secondo luogo – ha proseguito Ivana Barbacci – riteniamo che l’esperienza lavorativa vada riconosciuta in ogni posto di lavoro. Chi ha esperienza porta con sé un know how aggiuntivo, un background importante. Nel nostro caso, nel caso scolastico, sembra quasi una ‘diminutio‘. Noi, invece, dobbiamo rilanciare anche la grande esperienza che i precari, di anno in anno in servizio in classe, hanno maturato. E quindi l’intero sistema di reclutamento va rivisto – ha sottolineato la segretaria Cisl – cominciando appunto a riconoscere l’esperienza e qualificando il personale con dei percorsi formativi che poi devono portare alla loro stabilizzazione’.