Soldi
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Nelle ultime settimane abbiamo parlato degli aumenti in busta paga, grazie al taglio del cuneo fiscale. Ma possono essere davvero definiti aumenti? Secondo Marcello Pacifico, leader di Anief, no. “Gli stipendi degli insegnanti e del personale scolastico sono tra i più bassi d’Europa e d’Italia, non possiamo pensare di aumentarli con gli artifizi: servono risorse aggiuntive importanti” commenta in proposito.

Taglio cuneo fiscale e veri aumenti di stipendio

Proprio per i motivi indicati sopra, Anief chiede al nuovo Governo ‘di trovare l’accordo entro l’autunno per il rinnovo del contratto e di garantire i 6 miliardi per coprire l’indennità di vacanza contrattuale, con aumenti automatici in busta paga del 4% per permettere l’indicizzazione IPCA’.

Il commento arriva in seguito alla convocazione all’Aran dei sindacati rappresentativi della scuola per il prossimo 18 ottobre sulla parte comune del CCNL 2019/21.

“Attualmente” spiega Pacifico “le risorse per rinnovare il contratto del personale della scuola sono di circa 2 miliardi, a cui si aggiungono oltre 300 milioni di euro destinati alla valorizzazione della professione docente e che il ministro Patrizio Bianchi ha chiesto alla Funzione pubblica di convogliare sugli aumenti di stipendi: una somma che in media porterà a docenti e personale Ata non molto più di 100-120 euro lordi al mese”. A questo si aggiunge il taglio del cuneo fiscale fino a 35 mila euro, che significherebbe altri 25-30 euro”.

Sì alla defiscalizzazione, ma serve di più

Ma anche se la defiscalizzazione degli stipendi è un elemento positivo, Pacifico ricorda che il gap rispetto agli altri Paesi e stipendi dei dipendenti italiani si fa sulla somma totale lorda e non quella netta. “Fare passare queste operazioni come se fossero degli incrementi stipendiale non è un’operazione corretta. Alla scuola, non ci stancheremo mai di ricordarlo, vanno assegnati importanti finanziamenti aggiuntivi, che hanno come base di partenza i 6 miliardi per l’indennità di vacanza contrattuale da garantire per il periodo di mancato rinnovo”.

Tutti i partiti politici, compresi quelli che si accingono a formare il Governo, hanno promesso che si impegneranno per questo: noi attendiamo fiduciosi, coscienti che per chiudere l’accordo sul Ccnl scaduto da quasi quattro anni non c’è tempo da perdere. In caso contrario la mobilitazione già in atto del personale diventerà sempre più importante”.