Tempo pieno a scuola, l’economista Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, ha toccato l’argomento ‘tempo pieno’, nel corso di un suo intervento all’incontro su scuola e mobilità sociale nell’ambito del ciclo ‘Ne parliamo in Sapienza’ promosso dal Cidic.Â
Tempo pieno a scuola, una questione spinosa
Secondo Gavosto, ‘una soluzione per rimettere in moto l’ascensore sociale è quello di adottare il tempo pieno non solo nelle scuole elementari, ma anche alle scuole medie per sviluppare competenze trasversali, ridurre le disuguaglianze e aiutare nell’orientamento per i passaggi successivi. La scuola è bloccata ha precisato l’economista – e non è vero che in Italia si investa meno nell’istruzione, perché le risorse pubbliche sono in linea con quelle gli altri paesi avanzati.
È vero però che non si spende in formazione, non si spende in strumenti didattici ed edilizia scolastica. Una soluzione, oltre a quella del tempo pieno non solo alle elementari, è imitare la Francia, abolendo gli indirizzi garantendo un nucleo di materie di base insegnate nello stesso modo e con la stessa qualità per dare a tutti le stesse opportunità di apprendimento. E poi una serie di materie opzionali. Un sistema analogo – ha concluso Gavosto – a quello dei sistemi scandinavi‘.
Cristina Costarelli (presidente ANP Lazio): ‘Tempo pieno? È da rivedere totalmente’
Cristina Costarelli, presidente ANP Lazio, ha commentato le dichiarazioni di Andrea Gavosto: ‘Il tempo pieno è da rivedere totalmente – ha dichiarato la dirigente scolastica del liceo scientifico ‘Newton’ di Roma – lo dico per essere stata a lungo docente di questo tempo-scuola. Il tempo pieno italiano è una sofferenza per alunni e docenti e risponde solo ad un’esigenza lavorativa dei genitori, certamente legittima.Â
Ricordo bene – prosegue Cristina Costarelli – bambini delle prime classi di primaria che il pomeriggio avrebbero desiderato spazi di relax e che invece dovevo interessare in un’aula stretta e affollata, con solo sedie e banchi a disposizione e nessuna alternativa di spazi e movimento: figurarsi ad estendere questo modello alle medie! Altro è tenere aperte le scuole nel pomeriggio per l’extra scuola, obiettivo per cui sarebbero necessarie una serie di azioni di cui non si vede nessuna premessa:
- – innanzitutto spazi ampi e modulari (le aule didattiche non sono adatte ad attività di movimento, di creatività , di gruppo)
- – personale specializzato e preparato a svolgerle (i docenti fanno già il loro lavoro e non si può pensare che si occupino anche dell’extrascuola)
Le buone pratiche esistono – continua la presidente ANP Lazio – ma sono rare nel panorama italiano e possibili solo dove esistono strade per costruttivi patti educativi di comunità e spazi adeguati.
E rispetto alla modularità delle superiori, sarebbe bellissimo: ma qualcuno dovrebbe avere la forza politica per avviare un percorso che andrebbe a mettere in discussione un impianto irremovibile da poco dopo l’unità d’Italia’.