A partire dalla prossima settimana inizieranno le consultazioni per la formazione del nuovo Governo e si tornerà a parlare allo stesso tempo tempo delle ipotesi possibili per la Riforma pensioni. A tal proposito, nelle ultime settimane sono emerse diverse opzioni percorribili. Vediamo, quindi, quali sono quelle ancora in gioco.
Riforma pensioni 2023: le ipotesi ancora in gioco
All’interno dei nostri precedenti articoli ci siamo già occupati di alcune delle misure che potrebbero essere introdotte a partire dall’anno prossimo sul fronte pensionistico per evitare un ritorno alla Legge Fornero. Cerchiamo, quindi, di fare un po’ d’ordine e di analizzare quelle che al momento sembrerebbero essere le ipotesi ancora in gioco. Fra queste ha fatto molto clamore una possibile Quota 41 con una soglia minima di età per poter lasciare il lavoro.
Accanto a questa opzione si è fatta strada anche la proposta avanzata da Fratelli d’Italia, vale a dire Opzione Uomo che permetterebbe ai lavoratori di andare in pensione a 58-59 anni e 35 di contributi, in cambio di una penalizzazione sull’assegno. A restare ancora in gioco è infine anche l’ipotesi già formulata sotto il Governo Draghi per istituire una qualche forma di flessibilità in uscita intorno ai 62-63 anni, sempre con una decurtazione dell’importo.
Ape sociale e Opzione donna
Oltre a queste tre ‘novità’, ci sono poi l’Ape sociale ed Opzione donna. Due misure attualmente già in vigore e che molto probabilmente potrebbero essere riconfermate anche l’anno prossimo. La prima prevede l’uscita dal mondo del lavoro a 63 anni con 30 di contributi, purché si faccia parte dei cosiddetti lavoratori gravosi. A tal proposito, l’ipotesi è che possa essere ulteriormente ampliata la lista dei beneficiari. Per quanto riguarda, invece, Opzione donna ad oggi permette di andare in pensione a 58 anni (59 le autonome) con 35 anni di contributi versati. Anche in questo caso si potrebbe andare incontro ad alcuni cambiamenti, come ad esempio l’innalzamento del requisito anagrafico.