L’episodio del post su Facebook scritto da un insegnante di Firenze contro il governo, contenente una bestemmia, scatena il putiferio. Il protagonista è un docente di un istituto scolastico di Firenze. Il Ministero interviene prontamente con una nota in cui comunica di aver chiesto una verifica all’USR.

Post con bestemmia: un docente può farlo senza conseguenze?

Il post con la bestemmia contro il Governo ha subito provocato la reazione del primo partito italiano, Fratelli d’Italia che ha commentato: “Il docente deve immediatamente dimettersi dal Consiglio dopo la ‘brillante idea’ di commentare sul suo profilo Facebook il nuovo nome del Ministero dell’istruzione con una volgare e squallida bestemmia. Il nostro gruppo ha chiesto nella quinta commissione del Consiglio regionale di fare un atto per sospendere il professor all’incarico”.

L’insegnante, da parte sua, contattato da La Nazione, ha replicato che il post “non è stato fatto durante l’orario di lavoro” e che la vita privata (il profilo sul social è privato), e quella politica e lavorativa all’interno della scuola sono due cose separate.

La reazione del Ministero

La nota ministeriale dice: “In riferimento all’episodio di Firenze, all’offesa istituzionale e alla volgarità blasfema di cui si è reso protagonista un professore, a esclusiva tutela della intera comunità scolastica e in particolare del ruolo e della dignità degli insegnanti e dell’interesse degli studenti, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha chiesto al Direttore generale dell’ufficio scolastico regionale per la Toscana di verificare la compatibilità dei fatti accaduti con i doveri e le responsabilità che l’ordinamento prevede per un docente”.