Il nuovo Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, si è insediato da pochi giorni ma già deve fare i conti con le tante problematiche che affliggono il mondo scolastico. La scuola è infatti iniziata ormai da quasi due mesi ma restano molti degli stessi problemi degli anni precedenti. Tra questi i ritardi nei pagamenti degli stipendi.
A farne le spese sono solitamente i docenti supplenti, proprio coloro che mandano avanti la ‘macchina’ scolastica, tra sacrifici, spese e spesso anche lontananza dalla famiglia. E infatti, giunti al mese di novembre, molti di loro devono ancora percepire i mesi di maggio e giugno, e non si conosce ancora la data della corresponsione.
I soliti tempi di attesa nei pagamenti degli stipendi
La regolarità nei pagamenti viene sempre garantita agli insegnanti di ruolo e ai supplenti annuali. Chi invece vede più volte aprirsi e chiudersi i contratti durante tutto l’anno scolastico vive nell’incertezza del vedersi corrispondere lo stipendio: arriverà, ma quando?
Eppure, a prescindere dalla durata della supplenza, dietro al lavoro di un insegnante c’è sempre lo stesso tempo di preparazione delle lezioni, le stesse responsabilità, le stesse riunioni. Ma questo non basta evidentemente. Il diverso ‘status’ è sufficiente a ‘giustificare’ i ritardi nei pagamenti.
A chi può essere imputata la responsabilità?
Non è chiaro da cosa dipendano esattamente questi ritardi. Più volte la responsabilità è stata imputata alle segreterie e alle tempistiche non celeri di caricamento dei contratti. Non sempre però la colpa va ricercata nell’amministrazione scolastica.
Non sono mancati infatti casi, negli anni precedenti, in cui le varie ragionerie territoriali hanno parlato di indisponibilità di fondi. E i pagamenti arrivavano anche dopo 4/5 mesi.
Si riusciranno a velocizzare quest’anno i tempi di attesa?