In merito alla professione insegnante, si torna a parlare dell’opportunità o meno di effettuare un ‘test della personalità‘ in sede di reclutamento dei docenti. Un argomento particolarmente scottante in relazione al quale gli oltre 800mila docenti della scuola pubblica italiana hanno opinioni profondamente diverse, talvolta diametralmente opposte. Di test della personalità ha parlato spesso il filosofo, accademico e psicoanalista, Umberto Galimberti.
Test della personalità per esercitare la professione del docente?
Il professor Umberto Galimberti ritiene che gli insegnanti dovrebbero essere selezionati con test della personalità al fine di evitare che ‘docenti non in grado di insegnare e di appassionare rovinino in 40 anni di carriera la vita di intere generazioni di studenti’.
Il noto filosofo è fermamente convinto del fatto che persone che non appassionano gli studenti non possono insegnare: “Io non ho problemi ad apprezzare un professore carismatico che plagia le classi ma vanno penalizzati coloro che rovinano gli studenti. Ci sono persone che inducono al suicidio, perché aggiungono elementi negativi ad altri elementi negativi già presenti nella testa e nell’esistenza dei ragazzi. Occorrerebbe selezionare i professori con test che valutino la personalità, occorre verificare se il docente ha passione e se è capace di appassionare”.
La proposta della Lega
Il portale ‘Tecnica della Scuola’, a questo proposito, ha condotto alcune settimane fa un sondaggio sull’argomento a motivo della proposta della Lega, inserita nel proprio programma di governo, di un test psico-attitudinale funzionale al reclutamento dei docenti.
In questo sondaggio, oltre il 63 per cento degli insegnanti interpellati ha risposto di no alla proposta del partito del Carroccio. Molti docenti potrebbero considerare tale proposta solamente se venisse estesa a tutte le assunzioni, comprese ‘quelle dei politici’.
Se si pensa a un test psico-attitudinale per i docenti, allora bisognerebbe estenderlo a tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione perché, ad esempio, gli impiegati pubblici sono scorbutici con gli utenti.
Quando si parla di test psico-attitudinale, poi, non si tiene in considerazione il cosiddetto ‘burnout‘, ovvero la risposta individuale ad una situazione professionale percepita come logorante dal punto di vista psicofisico, situazione tipica dell’insegnante.