Il sindacato Anief ha espresso all’Aran la necessità di assegnare ai docenti e ATA che lavorano a centinaia di chilometri da casa un’indennità di trasferta. In realtà la richiesta del sindacato non è nuova. Già lo scorso anno si era parlato della necessità di riconoscere a chi lavora lontano dalla famiglia questo tipo di indennità. Tra questi, anche i docenti immobilizzati.
Indennità di trasferta: spetta a docenti e ATA
Il sindacato, nel suo comunicato, sottolinea che ribadirà la necessità di introdurre l’indennità di trasferta anche nei tre giorni di incontri previsti a partire da domani. “Il comparto – dice Marcello Pacifico – è colmo di precari, soprattutto al Nord dove è più forte il flusso migratorio: per questo chiediamo un indennità specifica legata alla trasferta e all’erogazione dei buoni pasti come avviene, ad esempio, anche per i metalmeccanici.
Certo, servono delle risorse, che seguono ad uno specifico atto di indirizzo, altrimenti gli organi di vigilanza boccerebbero la nostra proposta per mancata copertura finanziaria”.
Caro energia e inflazione sono aggravanti
Poi Anief porta all’attenzione il fatto che il legislatore ha disposto di recente un assegno di 1000 euro per i docenti che insegnano nelle piccole isole, destinando 30 milioni di euro per favorire la continuità didattica. “E’ sbagliato – incalza Pacifico – perché non c’è alcun ‘ristoro’ per chi deve affrontare spese sempre più alte, per via del caro energia e dell’inflazione che al termine del 2023 farà registrare un preoccupante +15% in soli due anni. Anche le richieste di trasferimento del personale sono la conseguenza di questo stato di povertà salariare dovuto ai costi per vivere anni ed anni lontano da casa”.