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Denaro

La FLC CGIL torna sul tema stipendi e contratto parlando del recupero del blocco dello scatto del 2013 nella progressione salariale per il personale scolastico. Secondo il sindacato, questo ‘non può che passare dalla regolarità della stipula dei contratti e dallo stanziamento di risorse congrue per l’equiparazione agli altri settori pubblici.

Recupero scatto anzianità 2013: ulteriori considerazioni


Il sindacato spiega che nel decennio 2007-2018 di congelamento delle retribuzioni del personale scolastico si sono verificati diversi eventi:

  • il blocco del rinnovo dei contratti nazionali pubblici,
  • il blocco delle progressioni di carriera per anzianità negli anni 2011-2012-2013,
  • la cancellazione del gradone 0-2,
  • il blocco delle posizioni economiche ATA.

Periodicamente riaffiora la richiesta di recuperare ai fini della progressione stipendiale l’anno 2013, l’unico ancora mancante. Gli stipendi di docenti ed ATA risultano penalizzati non solo rispetto alla media retributiva del personale scolastico degli altri Paesi europei, ma perfino riguardo alla media stipendiale dei lavoratori pubblici del nostro Paese.

La FLC CGIL spiega che dal punto di vista giudiziale, la situazione è impervia. La Corte Costituzionale, pronunciandosi in un caso simile riguardante gli scatti di anzianità dei docenti universitari (sentenza n. 310/13), ha affermato la legittimità della disposizione legislativa ritenendo prevalenti le ragioni di contenimento della spesa pubblica. Ma la sentenza della Corte Costituzionale n. 178/15 ha sancito l’illegittimità del blocco della contrattazione nazionale, sebbene non dica nulla sul tema del recupero dello scatto 2013.

Inoltre, le retribuzioni si sono “sbloccate” – grazie anche ad un ricorso vinto dalla FLC CGIL- per effetto del rinnovo contrattuale del triennio 2016-2018 e con la prima parte del rinnovo contrattuale 2019-2021. Alcuni sindacati in questa fase richiamano tale sentenza come se rappresentasse un elemento che può sostenere un rinnovato percorso vertenziale per il recupero del 2013, quando esso in realtà risulta improprio perché la sottoscrizione dei contratti nazionali ha risposto a quella sentenza della Corte. Per questi motivi, secondo il sindacato, fare una vertenza sul recupero dello scatto 2013 fuori da una rivendicazione contrattuale che tenga conto delle esigenze di tutti i lavoratori, rischia di essere un’azione parziale.

La via è il contratto

“È dentro i rinnovi contrattuali che si devono trovare le risposte” – scrive la FLC. “Le aule dei tribunali possono essere utili per rimuovere alcuni ostacoli, ma l’equilibrio delle risposte da dare ad una intera categoria hanno bisogno di una visione complessiva con strumenti di tutela collettiva”.

“Per tutti questi motivi rivendichiamo per il settore scuola non solo di poter procedere al completamento del contratto nazionale di lavoro 2019-2021, ma anche lo stanziamento delle risorse necessarie per aprire immediatamente il rinnovo del triennio 2022-2024. È necessario recuperare le perdite stipendiali di questi anni, colpite anche dalla ripresa dell’inflazione, e ridurre il divario retributivo rispetto ai colleghi europei e italiani degli altri settori del pubblico impiego, occorre valorizzare pienamente le retribuzioni e l’impegno professionale di insegnanti e personale ATA che con il loro lavoro garantiscono la qualità del sistema scolastico nazionale.
Pertanto, la FLC CGIL proseguirà la propria mobilitazione fino al raggiungimento di questi obiettivi”.