Il congedo parentale INPS è un periodo di astensione facoltativa dal lavoro del genitore (padre o madre). Possono usufruirne sia i dipendenti, che gli iscritti alla gestione separata e gli autonomi. Con la Legge di Bilancio 2023 viene introdotta una novità rispetto al passato, dopo quelle introdotte lo scorso mese di agosto. Vediamo quali sono le caratteristiche del congedo parentale.
Il congedo parentale: cos’è e come si richiede
Il congedo parentale permette al lavoratore genitore di astenersi in via facoltativa dal lavoro. Può essere richiesto dopo il termine del congedo di maternità fino al compimento dei 12 anni del bambino, che al contrario è obbligatorio per i dipendenti. L’istituto del congedo parentale è disciplinato dal d.lgs. 151/2001 Testo unico sulla maternità e paternità e successive modifiche e integrazioni. L’ultima riforma è stata introdotta dal D. lgs. 105/2022 entrata in vigore il 13 agosto 2022. Per poterne usufruire, è necessario presentare domanda all’INPS.
Dal 13 agosto 2022 è stato aumentato il limite massimo dei periodi di congedo parentale indennizzati dei lavoratori dipendenti, che son passati da 6 a 9 mesi (di questi, tre spettano alla madre, tre al padre e altri tre a uno dei due). Inoltre viene riconosciuto anche ai padri lavoratori autonomi il diritto al congedo parentale. Il limite di età entro cui il genitore può fruire del congedo parentale sale da 9 anni a 12, per i dipendenti e iscritti alla gestione separata.
Cosa cambia con la legge di Bilancio 2023
La Legge di Bilancio 2023 introduce altre novità in merito, ampliando il diritto anche ai lavoratori dipendenti sia pubblici che privati. In base alle regole 2023, i periodi di congedo parentale indennizzabili saranno 9 mesi, con il primo mese retribuito all’80% per poi scendere al 30%. Si dovrà usufruire di questo primo mese, entro i 6 anni di età del bambino, Con la circolare 4 del 16 gennaio 2023 l’INPS fornisce i primi chiarimenti sul congedo parentale pagato all’80% (che precedentemente era il 30%).