Negli ultimi mesi si è parlato tanto di riforma del reclutamento, e in particolare della formazione iniziale che richiede i 60 CFU per accedere alla professione di insegnante. Ma il meccanismo sembra essersi inceppato. Ad oggi, manca all’appello il DPCM che regola l’acquisizione dei 60 CFU per la formazione iniziale, tassello fondamentale della riforma. Secondo il progetto iniziale, questo doveva essere pubblicato entro lo scorso 31 luglio, ma ad oggi 17 febbraio non c’è.
DCPM formazione iniziale: cosa conterrà?
In un momento di attesa, in cui l’Europa deve dar risposta sulla richiesta fatta dal Governo di assumere da GPS per l’anno scolastico 2023/24, si cerca anche di capire cosa ne sarà della riforma. Il DCPM atteso dovrà contenere informazioni fondamentali per l’avvio della riforma, quali:
- i contenuti e la struttura dell’offerta formativa legata ai 60 CFU/CFA, che comprenderà attività di tirocinio diretto e indiretto non inferiore a 20 CFU/CFA e un impegno in presenza nelle classi di almeno 12 ore.
- quanti crediti universitari o accademici riservati alla formazione inclusiva delle persone con disabilità sono necessari
- la percentuale di presenza alle attività formative che sarà necessaria per accedere alla prova finale
- come si svolgerà la prova finale del percorso universitario e accademico, che include la prova scritta e orale
- i criteri utilizzati per riconoscere gli eventuali altri crediti maturati nel corso degli studi universitari o accademici, se coerenti con gli obiettivi formativi.
- Il costo di partecipazione al corso (a carico dei corsisti) che dovrebbe prevedere un tetto massimo per le proposte da parte delle Università.
Sappiamo già che saranno riconosciuti come requisito di accesso al concorso i 24 CFU/CFA già conseguiti. Per il resto, si attende la mossa del Governo.