In questi giorni si sta parlando abbastanza diffusamente del ‘Norovirus‘, un nuovo virus in grado di dare origine a diversi focolai all’interno delle scuole, soprattutto nel Nord Italia. Di che cosa si tratta, quanto può essere preoccupante e, soprattutto, contagioso?
Norovirus, cos’è il virus contagioso che sta colpendo docenti e studenti?
‘Il norovirus – come spiegato da Paolo Pandolfi, direttore del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl di Bologna, al ‘Corriere della Sera’- è un virus che dà una sintomatologia molto simile alle classiche forme di gastroenterite, ma la caratteristica fondamentale è che si presenta soprattutto con il vomito, meno frequentemente con diarrea, ancor meno con febbre e mal di testa.
Il vomito è un pericolo perché produce aerosol e così contamina l’ambiente nel quale si sta. La via di trasmissione del Norovirus è principalmente fecalo-orale. Le feci contengono il virus prima ancora che ci sia la manifestazione con il vomito e lo possono conservare anche per due settimane. Quindi, è molto importante lavarsi le mani e sanificare bene i luoghi più contaminati come i bagni’.
Bassetti: ‘Norovirus? È solo un problemino’
Il professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica delle malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, ha sottolineato ad AdnKronos come ‘il patogeno sia molto contagioso, causando una sindrome gastrointestinale. Oggi c’è una grande attenzione sulle malattie infettive, che non c’era prima quando ne parlavano pochi specialisti, mentre dopo il covid tutti hanno le antenne dritte e diventa subito una notizia. Il norovirus – spiega il professor Bassetti – è un virus che crea focolai nelle scuole, e fino all’80% di chi esposto si contagia. Ma cosa si può fare? Stare a casa, se si sta male. Ma questo è un problemino, alla fine è una diarrea. Se fossero questi i problemi, staremmo molto tranquilli’.
Il periodo di incubazione del norovirus è breve, di appena 12-48 ore. Il vomito, solitamente, è predominante nei bambini, mentre negli adulti è preponderante la diarrea senza sangue. I sintomi, normalmente, scompaiono nell’arco di 1-3 giorni. Tra le possibili complicazioni vi è la disidratazione, soprattutto per i bambini, gli anziani e i soggetti fragili con condizioni metaboliche e cardiocircolatorie, come indicato dall’Istituto Superiore di Sanità.