Stiamo per dire addio allo Spid? Il Sistema Pubblico di Identità Digitale rischia di scomparire dal prossimo mese di aprile. Infatti, al 22 aprile è fissato il termine della proroga dei contratti stipulati con gli 11 gestori (chi fornisce ai cittadini le credenziali di accesso), già scaduti il 31 dicembre scorso. Si è in attesa di un accordo, in primis economico, tra gestori e Governo, altrimenti la quasi totalità dei servizi presto non sarà più accessibile.
Spid, i gestori chiedono più soldi
Nonostante il grande successo dello Spid, il Governo fatica a trovare una accordo coi gestori. E pensare che senza SPID si fa fatica ad accedere a numerosi servizi pubblici. Il problema sono gli elevati costi di gestione. Il governo è alla ricerca una soluzione alternativa allo Spid e confida nella CIE. Per questi motivi, forse l’accordo non si trova.
Ad oggi i gestori prendono 1 milione di euro complessivi (che si suddividono), mentre la nuova richiesta è di 50 milioni di euro. La differenza non è certo roba da poco. Però bisogna considerare che lo Stato, grazie all’uso di SPID risparmia oltre 100 milioni l’anno (solo nel 2022).
Le richieste non sono solo economiche
Oltre alla richiesta economica, i gestori chiedono di essere coinvolti nel caso in cui agenzia e esecutivo dovessero ripensare il futuro stesso dell’identità digitale degli italiani. Vorrebbero che lo Spid fosse candidato per il futuro sistema europeo comune di identità digitale. Se tali condizioni non dovessero essere accettate, i servizi potrebbero fermarsi il prossimo giugno 2023.
In questi giorni si è tenuto un primo incontro tra il direttore generale dell’agenzia Francesco Paorici e i rappresentanti dei gestori SPID. L’esito è stato un nulla di fatto, ma ci sono ancora 2 mesi per trovare una soluzione.