Riforma pensioni
Pensionati

Si avvicina sempre di più il nuovo incontro fra Governo e sindacati sul tema pensionistico previsto per la giornata di martedì 28 febbraio 2023. Questo sarà il terzo appuntamento tra il Ministero del Lavoro e le parti sociali per cercare di definire la Riforma pensioni che dovrebbe entrare in vigore a partire dal 2024.

I precedenti appuntamenti

Quello del 28 febbraio sarà il terzo incontro dall’inizio dell’anno tra Governo e sindacati sul tema pensionistico. Durante i tavoli precedenti, quello del 19 gennaio e del 13 febbraio, il ministro del Lavoro Marina Calderone ha ribadito la volontà e l’impegno del Governo di mettere a punto una riforma previdenziale strutturale che possa entrare in vigore già dal prossimo anno. Tuttavia, benché l’obiettivo finale sarà l’introduzione di Quota 41 senza limiti anagrafici, la Calderone ha evidenziato come questo cambiamento potrà avvenire solo in maniera graduale. In quest’ottica, ci si aspetta che con l’incontro del 28 febbraio si possa individuare una misura ponte per raggiungere tale scopo. Non bisogna inoltre dimenticare che parallelamente i sindacati starebbero avanzando una serie di richieste di maggiore flessibilità per donne e giovani.

Riforma pensioni: cosa aspettarsi dall’incontro del 28 febbraio

Nel corso dell’incontro del 28 febbraio è probabile che possa essere definita una prima bozza della Riforma pensionistica che entrerà in vigore dal 2024. In questo senso, sarà indispensabile definire già nelle prossime ore in che modo il Governo intende traghettare i lavoratori verso Quota 41 per tutti e quale sarà il futuro di Opzione donna. A tal proposito, le parte sociali vorrebbero perlomeno ripristinare le condizioni precedenti l’ultima Legge di Bilancio.

Il Governo, però, starebbe valutando l’effettiva disponibilità di risorse finanziarie da impiegare per la Riforma. Motivo per cui sembrerebbe essere ancora in gioco l’ipotesi della pensione divisa in due quote avanzata già in passato dal presidente Inps Pasquale Tridico. Questo meccanismo prevedrebbe l’accesso ad un assegno pensionistico ridotto a 62 anni e all’assegno pieno dai 67. Infine, oltre al tema della flessibilità per donne e giovani, ci si aspetta che i sindacati riportino alla ribalta alcuni dei loro cavalli di battaglia come il contrasto alla precarietà e l’aumento dei salari.