Stipendi
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La questione del recupero dello scatto stipendiale 2013, continua a tenere banco. Tra sindacati, pareri legale e circolari degli USR è una vera e propria guerra. La questione delle diffide che circolano da diverse settimane sul web hanno portano l’USR delle Marche ad emettere una circolare in cui invitano le scuole a rigettare le richieste in merito. Ma Anief ha risposto alla circolare con un comunicato.

Stipendi, diffida recupero scatto 2013: sì o no?

Sulla questione dell’invio della diffida interviene l’USR Marche con una nota, nella quale spiega la situazione dal punto di vista legislativo del mancato riconoscimento dello scatto 2013. L’Ufficio Scolastico scrivendo:

“In definitiva, allo stato e fino a diversa indicazione ministeriale o innovazione normativa, non sussistono motivi per accogliere le molteplici richieste pervenute dal personale docente ed ata e, pertanto, alla luce della normativa vigente e delle valutazioni insite nella stessa pronuncia della Corte Costituzionale, si invitano gli istituti scolastici a tener conto delle considerazioni sopra espresse fornendo idoneo riscontro alle diffide ricevute” (posizione condivisa dalla Gilda Napoli).

Replica di Anief

A questa nota replica Anief, con un comunicato, in cui ribadisce la propria posizione: “Il giovane sindacato conferma invece in pieno la propria posizione contro la mancata validità del servizio svolto nel 2013 ai fini della progressione economica, frutto dello scellerato accordo con gli altri sindacati, poi ratificato con la Legge n. 122/2010 che inizialmente aveva anche cassato gli anni 2011 e 2012.

Anief reputa le proprie ragioni più che valide per opporsi alla cancellazione di un intero anno scolastico ai fini della carriera professionale: invita dunque tutto il personale ad aderire a continuare ad aderire alla campagna di adesione del recupero 2013 (inviando la diffida entro il 31 agosto e non il 28 febbraio per interrompere la prescrizione) e l’assegnazione dell’indennità di vacanza contrattuale piena (circa 80 euro al mese anziché tra 6 ai 14 euro per altro per il solo anno corrente) riguardante il 2022 e il 2023, un biennio particolarmente difficile a livello economico con l’inflazione collocata addirittura tra il 10% e il 15%“.

Cosa dicono i tribunali

Che dire di chi ha già tentato le vie legali? Abbiamo trattato la questione più volte negli ultimi giorni. C’è la recentissima sentenza del tribunale del Lavoro di Marsala che ha riconosciuto il diritto al docente ricorrente e gli ha riconosciuto anche gli arretrati e il diritto ai fini della maturazione della pensione.

Ma dall’altra parte ci sono le posizioni precedenti dei tribunali, che non sono a favore, come ci ha spiegato l’avvocato Braghini. Per cui cosa fare resta una scelta individuale e consapevole, presa tenendo conto dei vari fattori illustrati sopra.