Un progetto che prevede un robot come docente di sostegno per ragazzi in difficoltà: in una scuola media di Genova, un gruppo di professori e dottorandi dell’ateneo genovese hanno pensato all’uso di un robot umanoide, che si chiama Pepper, per andare in aiuto dei ragazzi in difficoltà. A riportare la notizia è Il Secolo XIX.
Robot come docente di sostegno: perché?
L’umanoide Pepper dovrebbe stare in classe durante le lezioni per tre mesi. L’idea è nata dopo l’arrivo di alcuni ragazzi ucraini, che avevano difficoltà ad integrarsi. L’idea è venuta al professor Carmine Recchiuo, insieme al professor Antonio Sgorbissa e a un gruppo di giovani colleghi del Dibris, (Dipartimento di Informatica, bioingegneria, robotica e ingegneria). Pepper è in grado di adeguare il proprio comportamento alla persona che ha di fronte.
L’intelligenza artificiale di Pepper è stata già utilizzata per fare compagnia agli anziani ospiti delle case di cura Advinia HealthCare, in Inghilterra, e nella rete di residenze Hisuisui, in Giappone, nell’ambito del progetto di intelligenza artificiale Caresses.
Dopo la prima esperienza con gli anziani, è toccato ai giovani fare un test della durata di tre mesi. Trecento alunni di prima e seconda media. Quella scelta, è stata definita ‘una scuola ideale per le sue dimensioni, perché l’esperimento aveva bisogno di tante persone’. Gli incontri si sono svolti nell’aula di informatica, dove a turni di mezz’ora, Pepper ha interagito con quattro studenti alla volta.
L’esito dell’esperimento
L’esito del progetto è stato giudicato positivo, in quanto i ragazzi hanno dimostrato una maggiore partecipazione e motivazione. Inoltre, hanno avuto la possibilità di familiarizzare con la tecnologia e l’intelligenza artificiale. Il professor Recchiuo ha dichiarato: “Pepper ha una funzione di sostegno per i ragazzi in difficoltà e non deve essere considerato come una sostituzione dei professori o del personale scolastico, ma come un aiuto complementare“.
Quindi non è ancora il momento di sostituire i docenti di sostegno con un robot-insegnante, ma sicuramente è un primo passo verso il futuro e un modo per avvicinarsi all’intelligenza artificiale.