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Consiglio dei Ministri

Il Reddito di Cittadinanza cambierà nome: si chiamerà ‘Mia‘, acronimo di ‘Misura di inclusione attiva‘. Tra un paio di settimane il nuovo decreto potrebbe passare già all’esame del Consiglio dei Ministri. Le platee di potenziali beneficiari saranno di due tipologie. Vediamo in dettaglio che cosa cambia e chi potrà beneficiare del sussidio.

Il Reddito di Cittadinanza diventa ‘Mia’: le novità e cosa cambia

Come riporta ‘Il Corriere della Sera’ di oggi, lunedì 6 marzo, la misura scatterà già nel 2023, dopo i 7 mesi di proroga accordati, con la Legge di Bilancio 2023, ai beneficiari del Reddito di Cittadinanza. La Mia, pertanto, dovrebbe partire, indicativamente, dal prossimo mese di settembre.

Due tipologie di platee interessate

Le platee di beneficiari saranno sostanzialmente due, distinte in famiglie povere senza persone occupabili e famiglie con occupabili. Le famiglie povere senza persone occupabili sono quelle dove è presente almeno un minorenne o un anziano over 60 o un disabile. Le famiglie con occupabili sono quelle dove non ci sono presenti queste situazioni ma è incluso almeno un soggetto tra i 18 e i 60 anni d’età. Le famiglie con occupabili che beneficeranno dell’attuale RdC ancora per sette mesi, dovranno presentare domanda per la ‘Mia’: l’importo, però, sarà inferiore rispetto al passato e avrà una durata inferiore. Le famiglie senza persone occupabili potranno ricevere al massimo 500 euro al mese e, dopo 18 mesi, la durata del sussidio scenderà a 12 mesi. Le famiglie con persone occupabili non potranno ricevere più di 375 euro per 12 mesi, rinnovabili per 6 mesi.

Come funzionerà la ‘Mia’

Secondo le stime, le famiglie con persone che possono lavorare, sarebbero 400 mila: di queste, circa 300mila sarebbero composte da una sola persona e 100 mila da più persone. Gli occupabili verranno individuati come tali quando presenteranno (online) la domanda per la ‘Mia’. In buona sostanza, verrà sottoscritto un patto personalizzato finalizzato all’inclusione nel mercato del lavoro. I beneficiari verranno presi in carico dai centri pubblici per l’impiego. Anche le agenzie private del lavoro verranno coinvolte nel progetto: otterranno un premio per ogni persona collocata al lavoro. Le offerte di lavoro ritenute ‘congrue’, secondo la nuova riforma, non potranno essere rifiutate dai beneficiari della Mia classificati come ‘famiglie con persone occupabili’. Un solo rifiuto, infatti, sarà sufficiente per perdere il sussidio. Il beneficiario della ‘Mia’ dovrà accettare le offerte congrue se la sede di lavoro si trova nella sua provincia di residenza o in quelle confinanti.