Maturità 2023, per la prima volta le prove Invalsi rappresentano un requisito per l’ammissione all’Esame di Stato anche se occorre sottolineare che i risultati non andranno ad incidere sul voto finale del candidato. In buona sostanza, basterà che lo studente le abbia sostenute. In una breve intervista rilasciata al quotidiano ‘Italia Oggi’, il presidente dell’Invalsi, Roberto Ricci, ha parlato delle prove di quest’anno in relazione all’accesso all’Università e al mondo del lavoro.
Prove Invalsi per accedere alla maturità
Il presidente dell’Invalsi, Roberto Ricci, ha richiamato l’attenzione sulla sessione suppletiva delle prove, fissata dal 22 giugno al 5 giugno. ‘L’obiettivo – ha spiegato Ricci – è che nessuno dei circa 500 mila studenti di quinta superiore dovrà saltare l’esame di Stato perché non ha potuto svolgere le prove. Nel caso dei maturandi – ha precisato il presidente dell’Invalsi – se vanno bene, riceveranno per ogni singola prova un badge elettronico da poter utilizzare all’università o nel mondo del lavoro’.
I maturandi potranno ottenere certificazioni linguistiche
Per quanto riguarda la prova di inglese, gli studenti potranno ottenere certificazioni linguistiche che saranno utili per l’iscrizione universitaria. ‘Alcuni atenei – ha precisato Ricci – usano le certificazioni Invalsi per abbonare agli studenti gli esami di certificazione linguistica. In linea di massima, infatti, le università richiedono il livello B1 per la laurea di primo livello triennale e il livello B2 per quella di secondo livello quinquennale. Ovviamente bisogna raggiungere questo livello nelle prove: purtroppo – ha concluso il presidente dell’Invalsi – ci sono studenti che non ce la fanno’.