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Nel corso delle ultime settimane la Riforma delle pensioni è apparsa agli occhi dei lavoratori e dei sindacati sempre più lontana, ma che cosa succederebbe nel caso in cui non dovesse esserci? Si andrebbe verso una possibile proroga di Quota 103 per un altro anno?

Pensioni 2024: cosa succede senza riforma?

Come precedentemente anticipato, la Riforma delle pensioni sembrerebbe pronta a slittare ancora una volta di un anno. Ad oggi, infatti, resterebbe da sciogliere il nodo relativo alla questione dei fondi. Sebbene il Governo Meloni abbia promesso di instaurare Quota 41 per tutti entro la fine della legislatura, per adesso sembrerebbero mancare le risorse economiche necessarie per muoversi in questa direzione, dal momento che la misura costerebbe 4 miliardi di euro solo il primo anno, fino ad arrivare a sfiorare i 71 miliardi in 10 anni.

I sindacati, dal canto loro, continuano a sostenere Quota 41, ritenendola una misura equa al fine di garantire la flessibilità in uscita, in quanto permetterebbe “alle lavoratrici e ai lavoratori di poter scegliere quando andare in pensione senza penalizzazioni”. Il dibattito sulla questione pensionistica resta, quindi, aperto e di sicuro se ne parlerà anche durante il Congresso della Cgil del prossimo 17 marzo, a cui sarà presente anche la premier Giorgia Meloni.

La possibile proroga di Quota 103

Ma che cosa succederà nel concreto nel caso in cui la Riforma pensioni dovesse saltare? L’ipotesi più accreditata è senza dubbi quella di una possibile proroga per un altro anno di Quota 103. La misura di anticipo pensionistico che permette l’uscita dal mondo del lavoro a 62 anni di età e 41 di contributi versati. Un meccanismo che tutelerebbe perlopiù i lavoratori uomini con carriere lunghe e continuative, mentre penalizzerebbe donne e giovani, due categorie generalmente caratterizzate da carriere discontinue e salari bassi.