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Sulla riforma fiscale c’è una lotta fra le parti sociali: il Governo da una parte e i sindacati dall’altra. Il primo ha in programma di approvare a breve e per gradi una modifica delle aliquote Irpef, che a quanto sostiene potrebbe portare ad un aumento dello stipendio netto in generale per i lavoratori. Ma i sindacati parlano di bluff, in quanto a beneficiarne sarebbero solo i redditi più alti. Per questo hanno minacciato una mobilitazione unitaria se non si procedesse ad una modifica della riforma in modo da tutelare anche i redditi più bassi.

Riforma fiscale, per i sindacati è un bluff

L’intenzione del governo Meloni è di modificare le aliquote Irpef e passare da 4 a 3 scaglioni. Le opzioni al vaglio sono diverse, e ognuna permetterebbe di agevolare una fascia di reddito piuttosto che un’altra. Ma la preferita, a quanto pare, è quella che vedrebbe due scaglioni restare immutati e l’unione del secondo e del terzo scaglione. In pratica ciò comporterebbe quanto segue:

  • 1° scaglione irpef: l’aliquota resta al 23% (redditi fino a 15mila euro)
  • 2° scaglione Irpef: l’aliquota passerebbe dal 25% al 27% (redditi da 15mila auro a 28mila euro)
  • 3° scaglione Irpef: l’aliquota scenderebbe dal 35% al 27% (redditi da 28mila a 50mila euro)
  • 4° scaglione Irpef: l’aliquota resterebbe del 43% (redditi oltre i 50mila euro).

Chi guadagna con l’opzione preferita al momento

Con questa opzione, a beneficiare della revisione delle aliquote Irpef sarebbero i redditi compresi tra i 28.000 e i 50.000 euro, mentre tra i 15mila e i 28mila euro c’è il rischio di pagare di più. Proprio per questo motivo i sindacati minacciano la mobilitazione, ma l’Esecutivo garantisce “la massima apertura al dialogo e al confronto”. In effetti, è innegabile che con questa opzione a beneficiarne sarebbero i redditi dell’attuale terzo scaglione e basta. Il maggior risparmio ci sarebbe in prossimità di un reddito intorno ai 50.000 euro. I più bassi potrebbero addirittura essere penalizzati se venissero eliminate alcune agevolazioni attualmente esistenti.

L’obiettivo è di permettere di ottenere un beneficio a tutti i lavoratori, indipendentemente dalla fascia di reddito. Proprio per questo, se dovesse essere approvata questa opzione, si parla di ‘riforma bluff’ per chi rientra nelle fasce di reddito più basse. Le parti sociali sono al lavoro perché si possa ottenere la formula migliore per tutti e un taglio del peso fiscale ripartito fra tutte le categorie di lavoratori.