Maxi inchiesta per diplomi falsi, la Procura di Vallo della Lucania ha chiesto il processo per 373 indagati. Il Procuratore della Repubblica, Antonio Ricci, e il sostituto procuratore Vincenzo Palumbo, il pm che ha condotto le indagini, hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 373 indagati: le accuse, a vario titolo, sono quelle di corruzione in concorso, falso ideologico, truffa aggravata ai danni dello Stato e tentata truffa.
Scandalo ‘diplomificio’: 373 persone rinviate a giudizio per corruzione in concorso, falso ideologico e truffa aggravata
Il ‘diplomificio‘, che operava nel Cilento, avrebbe prodotto un danno di oltre 7 milioni e mezzo di euro alla Pubblica Amministrazione. L’indagine era partita in seguito ad una segnalazione partita da un Ufficio Scolastico in merito ad una circostanza decisamente particolare per la quale, alcuni docenti, per l’immissione in ruolo nel 2018, avevo presentato titoli di studio molto datati e, stranamente, mai presentati in occasione dei concorsi precedenti.
I militari dell’Arma, pertanto, hanno iniziato ad indagare sul perché questi titoli non fossero mai stati dichiarati in precedenza. Acquisiti centinaia e centinaia di titoli di studio “sospetti” su tutto il territorio nazionale, si è scoperto, attraverso un’analisi certosina della documentazione, oltre 400 diplomi con firme false. Una vera e propria fabbrica di titoli di studio falsi che, naturalmente, venivano fatti pagare fior di quattrini: il costo accertato dagli investigatori per ottenere uno di questi titoli falsi oscillava dai 1000 ai 2500 euro.
I titoli falsi che riguardavano, in prevalenza, diplomi di grado preparatorio, diplomi di specializzazione polivalente e diplomi di qualifica professionale, hanno permesso a numerosi indagati, residenti sull’intero territorio nazionale, di superare addirittura i concorsi, con un danno per la pubblica amministrazione quantificato in oltre 7 milioni e mezzo di euro. Le indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Vallo della Lucania hanno scoperto che i diplomi falsi sono stati rilasciati dalla Fondazione “Passarelli” di San Marco di Castellabate.