Ricorso
Ricorso

Arriva un super risarcimento per un precario della scuola, dopo che il tribunale di Modena ha condannato il Ministero dell’Istruzione e del Merito a risarcirlo per essere stato assunto e licenziato per anni. La sentenza del 14 marzo, ottenuta dai legali di Anief, prevede 32mila di risarcimento. Per anni non aveva visto né aumenti stipendiali né stabilizzazione, esattamente come migliaia di altri precari supplenti italiani. Ma adesso molti precari iniziano a ribellarsi, si rivolgono a sindacati o avvocati, e ottengono la condanna dell’amministrazione, con molti zero a carico del bilancio pubblico.

Precario per anni risarcito dal tribunale

La sentenza “super”, così la definisce Anief, arriva dal Tribunale di Modena che ha concesso 20 mila euro a titolo di risarcimento per abusiva reiterazione dei contratti a termine (pari a 10 mensilità dell’ultima retribuzione) e 12.366 euro a titolo di differenze retributive (sulla base del calcolo dell’anzianità di servizio che sarebbe maturata) per gli scatti di anzianità non percepiti durante il periodo di precariato. Per cui un totale di 32.236,97 euro, più gli interessi legali. Una super vittoria e un super risarcimento!

Le vittorie in tribunale per i precari si moltiplicano di giorno in giorno. Solo Anief ha ottenuto in una settimana circa 156 mila euro di risarcimenti a favore dei lavoratori precari che si sono rivolti a loro per ottenere giustizia. Molti ricorsi riguardano la carta docente, ma non mancano quelli per il diritto alla Retribuzione professionale docente a supplenti che hanno stipulato una supplenza per brevi periodi e per il recupero della Cia per il personale ATA.

Il commento di Marcello Pacifico

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, commenta queste vittorie dicendo: “L’operato vincente dei legali che portano avanti le battaglie dell’Anief stanno assumendo una rilevanza nazionale… In attesa che cambi determinate leggi, cosa che Anief sollecita in tutte le sedi politiche, governative e parlamentari possibili attraverso audizioni, incontri e interlocuzioni continue, rivolgersi in Tribunale rimane dunque una scelta sempre più saggia e vincente”.