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Stipendi, con la nuova riforma fiscale del governo Meloni, l’Irpef passerà da 4 a 3 aliquote. Il Consiglio dei Ministri, infatti, ha dato il via libera alla legge delega per la riforma del fisco. Una riforma particolarmente complessa che andrà a toccare diversi punti: quello di maggior interesse per i lavoratori italiani è indubbiamente l’incidenza delle nuove aliquote Irpef sulla propria busta paga. Come influirà la nuova riforma fiscale sugli stipendi dei lavoratori?

Stipendi e nuova riforma fiscale: come andranno ad incidere le tre nuove aliquote Irpef?

In merito all’incidenza della riforma fiscale sugli stipendi dei lavoratori italiani, la Fondazione nazionale commercialisti ha già provveduto ad effettuare alcune simulazioni riguardanti l’Irpef netta per tre diverse tipologie di reddito, ovvero il reddito da lavoro dipendente, da quello autonomo e il reddito da pensionato. Sono state considerate quattro diverse soglie reddituali: la prima a 20mila euro, la seconda a 35mila, la terza a 50mila e la quarta a 60mila. A questo proposito, è stato effettuato un confronto tra le tre nuove aliquote e quelle attuali. 

Per quanto riguarda i redditi più bassi, ovvero quelli da 20mila, potranno subire una perdita pari a 150 euro oppure risparmiare sino a 100 euro. Considerando la prima ipotesi, quella più costosa, ovvero dell’abbassamento di sette punti della terza aliquota (23% fino a 15mila euro, 28% fino a 50mila e 43% oltre 50mila), si andrebbe incontro ad una perdita di 150 euro a fronte di un reddito da 20mila euro. Invece, si andrebbe incontro ad un risparmio per gli altri scaglioni, ma con evidenti differenze: chi dichiara 35mila euro, risparmierebbe appena 100 euro mentre chi percepisce i redditi più alti potrebbe risparmiare sino a 1.150 euro. 

Se si tiene conto, invece, di un secondo scenario meno costoso (con le tre aliquote Irpef al 23% fino a 28mila, al 33% fino a 50mila e al 43% oltre 50mila) tutti i lavoratori, chi più, chi meno, andrebbero a guadagnarci. Per un reddito da 20mila euro, il guadagno sarebbe di 100 euro; per chi dichiara 35mila euro, il risparmio sarebbe di 400 euro sino ad arrivare a 700 euro per i redditi più alti. Una terza ipotesi che risulterebbe ancora meno costosa (23% fino a 28mila euro, 35% fino a 50mila euro e 43% oltre 50mila euro), porterebbe un risparmio di 100 euro per la fascia più bassa e di 260 euro per tutti gli altri redditi oltre 28mila euro.

La Fondazione nazionale commercialisti ha così commentato questo studio: ‘Le modifiche ipotizzate comportano guadagni in valore assoluto maggiori per i redditi più alti per via della struttura progressiva dell’Irpef a scaglioni, ma in termini relativi, i guadagni sono maggiori per le fasce più basse. Tutto dipenderà dalle modifiche eventualmente apportate alla no tax area e al sistema delle detrazioni e delle altre spese deducibili che potranno incidere in maniera significativa anche sui redditi più elevati a seconda delle scelte operate’.