Mobilità docenti 2023/24
Mobilità personale della scuola

Si è chiuso ieri, 21 marzo, il termine ultimo entro cui tutti i docenti interessati e non vincolati hanno potuto presentare domanda di trasferimento: adesso la procedura va avanti nei vari uffici scolastici territoriali e si deve aspettare il prossimo 24 maggio per conoscere gli esiti dei movimenti. Molte sono le attese di quanti sperano di poter ottenere la cattedra desiderata o quantomeno di avvicinarsi al luogo di residenza: ricordiamo che, purtroppo, però, ad ostacolare la mobilità docenti non sono soltanto i vincoli, ma anche la carenza di posti disponibili. Riflettiamo insieme su quali potrebbero essere le possibili cause.

Gli ostacoli alla mobilità docenti

Ogni anno, la mobilità docenti genera ansie e speranze in tutti coloro che sperano di poter migliorare la propria posizione lavorativa: in primis, si collocano tutte le aspettative di quanti lavorano lontano da casa e che aspirano a poter ottenere trasferimento nel comune o quanto meno nella provincia di residenza. Basti pensare ai tantissimi insegnanti meridionali di ruolo nelle regioni del Nord, che hanno lasciato le proprie famiglie e che devono affrontare tanti disagi, personali ed economici.

Come sappiamo, ancora la questione dei vincoli per i neo assunti 2022 non ha trovato soluzione: dopo la risposta in merito da parte della Commissione Cultura del Parlamento europeo al Comitato dei docenti vincolati, la polemica è ancora più forte, anche perché sembrerebbe non ci sia chiarezza da parte del governo su come procedere. I vincoli, tuttavia, non rappresentano il solo problema: la carenza dei posti, soprattutto nelle province del Sud, infatti, rappresenta l’ostacolo più grande per ottenere il trasferimento desiderato, non solo territoriale, ma anche professionale.

Pochi i posti disponibili: alcuni motivi possibili

In un precedente articolo abbiamo spiegato quali sono i posti disponibili per la mobilità docenti 2023, vale a dire le cattedre che risultano vacanti nell’organico dell’autonomia per l’a.s. 2023/2024 comunicati dall’ufficio territoriale al sistema informativo nei termini fissati dall’Ordinanza (termine ultimo di comunicazione al SIDI delle domande e dei posti). Tra queste, il numero più consistente è rappresentato dai posti lasciati liberi dai pensionamenti: con l’innalzamento dell’età pensionabile, però, la disponibilità delle cattedre diminuisce, e di conseguenza anche le possibilità di trasferirsi.

A questo si aggiungono le scelte politiche ed economiche di non diminuire le cattedre di fatto a favore delle cattedre di diritto: sistematicamente, infatti, ogni anno si conferiscono incarichi al 30 giugno o al 31 agosto che potrebbero essere trasformati in contratti a tempo indeterminato. Inoltre, negli ultimi anni, si assiste alla tendenza di una minore percentuale di alunni certificati rispetto alle difficoltà presentate dagli stessi alunni: le equipe mediche delle Asl territoriali, infatti, tendono a rilasciare maggiormente certificazioni attestanti Disturbi Specifici dell’Apprendimento, per cui non si richiede il supporto di un docente di sostegno.

Ciò influisce anche sulla formazione delle classi, dove il numero degli studenti può aumentare in assenza di studenti diversamente abili. A questo, infine, si aggiunge la contrazione demografica che nei prossimi anni influirà sul numero di alunni e la politica del dimensionamento scolastico prevista dalla Legge di Bilancio 2023, per cui ci sarà l’accorpamento di molte scuole, con la possibilità di contrazione di organico.