Docente alla lavagna
Docente alla lavagna

Una maestra dell’Istituto Capuana-Pardo di Castelvetrano è stata sospesa per dieci giorni perché sarebbe stata vicina al boss mafioso Matteo Messina Denaro durante la sua latitanza. Domani è in programma un incontro a Roma, tra il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, e l’assessore all’Istruzione in Sicilia Mimmo Turano per esaminare il caso. A riferirlo l’Ansa. La sospensione è di tipo cautelare ed è stata adottata dal dirigente scolastico.

Maestra vicino al boss: il commento della DS

Come riferisce Il Giornale di Sicilia, la Dirigente Scolastica ha così spiegato che ha deciso di sospendere la maestrain considerazione della vasta eco mediatica suscitata dal presunto legame dell’insegnante con il boss mafioso Matteo Messina Denaro e al fine di tutelare l’immagine della scuola e di garantire il sereno svolgimento dell’attività scolastica“. E ha aggiunto: “Contiamo sulle indagini in corso ai fini dell’accertamento della verità e, qualora l’autorità giudiziaria dovesse confermare le notizie apprese dai mass media, è evidente che la posizione della maestra non è compatibile con l’attività di insegnamento“.

Adesso si attende da parte delle autorità la documentazione sulla posizione giudiziaria dell’insegnante. Tra la maestra e il boss risulta una fitta corrispondenza. Anche l’assessore regionale ha commentato il caso dicendo: “La vicenda del coinvolgimento della maestra della scuola di Castelvetrano nella latitanza di Messina Denaro costituisce una priorità all’attenzione della Regione Siciliana e dell’assessorato all’Istruzione”. Turano ha scritto al ministro Valditara, ‘perché possa prendere ulteriori provvedimenti necessari affinché questa persona non abbia più alcun contatto con il mondo della scuola, tenuto conto del clamore negativo e del turbamento che il provvedimento giudiziario a suo carico ha suscitato nella collettività e in particolare nell’ambiente scolastico, e delle conseguenti ripercussioni sull’intera istituzione scolastica regionale di cui possono essere compromesse la credibilità e l’immagine“.