Mani, soldi
Aumenti stipendio

In Italia, molti lavoratori e lavoratrici si trovano a rischio povertà o al di sotto della soglia della povertà nonostante lavorino regolarmente. Tra questi possiamo sicuramente includere alcuni precari della scuola, in particolare i supplenti brevi. Almeno 1 lavoratore su 10 è sulla soglia della povertà relativa, e sono soprattutto donne e giovani a essere colpiti negativamente. Queste persone lavorano in precarie condizioni di part-time, falso part-time o in lavori con contratto a tempo determinato. Ma chi è il lavoratore povero?

I lavoratori poveri: chi sono?

Il lavoro povero è la condizione per la quale lavorare non basta a sopravvivere ed è dovuto principalmente agli stipendi bassi. In Italia, una buona parte dei lavoratori guadagna meno di 10-12 mila euro all’anno, una cifra irrisoria e che impedisce di vivere autonomamente. Questo problema decennale si riflette nei numeri peggiori d’Europa sugli stipendi. L’inflazione, gli stipendi fissi al ribasso e il lavoro precario sono solo alcuni dei fattori che contribuiscono al “lavoro povero”. Il governo italiano fatica ad aprire un dibattito costruttivo sul mercato del lavoro, sul salario minimo o sulla settimana corta lavorativa. Questo fa sì che molti lavoratori siano costretti a lavorare per sopravvivere e non per guadagnare.

La povertà lavorativa tocca le famiglie

Infatti, in Italia sono almeno 5,8 milioni i lavoratori che si trovano in questa condizione. Per non parlare di coloro che per ricevere il primo mese di stipendio aspettano anche fino a tre mesi, pagando le spese nel frattempo di tasca propria, spesso aiutati dai familiari. La povertà lavorativa può variare da condizione a condizione e non tutti hanno la stessa possibilità di risolverla. Le famiglie con figli, anche con due redditi, sono a rischio povertà se i loro salari sono bassi, inferiori ai 1.000 euro mensili. La narrazione italiana spesso dipinge i lavoratori poveri come giovani pigri o mammoni, senza porre attenzione al vero problema: gli stipendi sono bassi.