sostegno ad alunno
insegnante alunno

L’inclusione scolastica degli alunni certificati è una delle tematiche più dibattute del mondo della scuola: gli studenti diversamente abili, infatti, rappresentano la categoria più “fragile” degli utenti e dovrebbero essere tutelati in ogni modo. Purtroppo, però, come sappiamo, nel nostro Paese spesso il diritto allo studio di questi alunni non è garantito: il sindacato Anief ritorna sull’argomento, ribadendo la necessità di trasformare in cattedre di diritto le cattedre sul sostegno adesso assegnate in organico di fatto.

Occorre aumentare l’organico di diritto sul sostegno

Qualche giorno fa, in un precedente articolo abbiamo riportato le intenzioni del Ministro Valditara contenute nell’Atto di Indirizzo presentato ai sindacati: immettere in ruolo più docenti sul sostegno e fare in modo che cresca il numero degli insegnanti specializzati. Il presidente nazionale dell’Anief Marcello Pacifico è ritornato sull’argomento, ribadendo l’importanza di trasformare i posti dati ogni anno come incarichi annuali in organico di diritto: “Chiediamo al Ministro Giuseppe Valditara di aumentare l’organico di diritto su sostegno e di andare a verificare quali di questi posti sono stati assegnati in deroga alle scuole negli anni passati”, ha dichiarato Pacifico all’agenzia ‘Teleborsa’.

“Il 50% dei posti su sostegno – ha ricordato Pacifico – è dato in supplenza. Questo è pietoso per la continuità didattica dei nostri alunni. Ciò significa che su 200mila insegnanti di sostegno, uno su due, circa 100mila, non è di ruolo. Questo accade perché questi posti vengono assegnati in deroga all’organico”. Pacifico ha sottolineato l’assurdità della situazione che costringe “molto spesso le famiglie degli alunni con disabilità a presentare ricorso per farsi riconoscere delle ore di sostegno che altrimenti non vengono considerate”.

È necessario tutelare il diritto allo studio degli alunni certificati

La grande quantità di posti in organico di fatto sul sostegno non tutela il diritto alla studio degli alunni certificati per almeno due grandi motivi: in primo luogo, molto spesso capita che le nomine si effettuano ad anno scolastico iniziato, a volte anche a ottobre inoltrato se non oltre. A questo si aggiunge che la grande quantità di docenti nominati cambia scuola annualmente, non garantendo quindi la continuità didattica.

“Tutto questo – ha sottolineato Pacifico – alla fine porta ad una negazione del diritto allo studio: per questo pensiamo che almeno 50mila posti debbano essere messi in organico di diritto e questo permetterà anche di assumere i tanti docenti – 15mila ora e 35 mila domani, quando finirà l’ultimo ciclo del TFA – e assumerli anche al Sud dove questo fenomeno è particolarmente elevato”, ha concluso il sindacalista.