aula scolastica
aula vuota

Due sono principalmente le cause che possono generare tagli al personale scolastico: il rilevante calo demografico che contraddistingue la società italiana di oggi (e che la continuerà a caratterizzare nei prossimi anni) e la conseguente politica di dimensionamento scolastico prevista dal governo. Entrambi i fattori, purtroppo, determineranno a breve la contrazione di posti nel mondo della scuola: dove si prevede la maggior parte dei tagli? A discapito di chi? Facciamo insieme il punto della situazione qui di seguito.

Calo demografico e dimensionamento scolastico

Già tante volte abbiamo parlato del piano di dimensionamento scolastico previsto dalla Legge di Bilancio 2023 approvata dal governo Meloni: piano che si basa sull’ultimo Rapporto Istat pubblicato, che annota un nuovo calo delle nascite nel nostro Paese. Come si evince dall’indagine effettuata, al 1° gennaio 2023 la popolazione residente in Italia è diminuita del 3% rispetto al 2022, attestandosi sui 58milioni e 851mila unità e facendo registrare un calo di circa 179mila persone.

Inevitabilmente, questo calo demografico determinerà una diminuzione del numero degli studenti: già dal prossimo anno scolastico 2023/24, infatti, si registreranno circa 130mila alunni iscritti in meno. Sulla base di questa generale diminuzione opera il piano di dimensionamento scolastico previsto, i cui effetti si vedranno prevalentemente dall’anno scolastico 2024/25: ricordiamo che tale misura prevede l’accorpamento e la relativa chiusura delle scuole che abbiano meno di 900 iscritti. 

Tagli al personale scolastico soprattutto nelle regioni del Sud

Questa situazione genera inevitabilmente tagli al personale scolastico, a partire dai Dirigenti scolastici, ai DSGA, agli ATA fino ai docenti: tali tagli riguarderanno sia i precari (ci saranno meno posti da conferire a tempo determinato), sia il personale già in ruolo, con spostamenti di sede necessari che causeranno non pochi disagi agli interessati.

Già dal prossimo anno scolastico si avrà l’accorpamento di 700 scuole: le regioni maggiormente colpite saranno quelle del Sud, con in testa la Campania, dove ci saranno circa 140 fusioni. Seguirà la Sicilia, con 109 accorpamenti previsti, la Calabria con 79, la Puglia con 65, la Sardegna con 45 e il Lazio con 30 unificazioni.