ape sociale
Cartello

A causa della mancanza di fondi per poter avviare una Riforma strutturale delle pensioni, il Governo starebbe di fatto lavorando per il 2024 ad una versione estesa dell’Ape sociale per permettere l’uscita anticipata dal mondo del lavoro ad una più ampia platea di beneficiari.

Come si andrà in pensione nel 2024

Come emerso nel Def, il Documento di economia e finanza presentato dal Governo pochi giorni fa che traccia le linee guida per tre anni, non sembrerebbero essere al momento previsti interventi strutturali sul sistema pensionistico per cercare di ridurre il debito pubblico. Ciò non significa che non ci saranno dei cambiamenti per quanto riguarda le pensioni, ma solo che ci sarà spazio esclusivamente per qualche aggiustamento che non implichi costi eccessivi per le casse dello Stato.

Per questo motivo, molti italiani si aspettano già una possibile proroga di un altro anno di Quota 103, anche se l’Esecutivo ha più volte rimarcato la naturale scadenza della misura alla fine di quest’anno. Se così fosse, l’unico modo per andare in pensione a partire dal 2024 sarebbe a 67 anni oppure con 42 e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne).

L’ipotesi dell’Ape sociale estesa

Ad ogni modo, la ministra del Lavoro Marina Calderone è tornata a ribadire l’impegno del Governo per quanto riguarda i sistemi di prepensionamento e ricambio generazionale. L’obiettivo sarebbe, quindi, quello di introdurre meccanismi di maggiore flessibilità in uscita per i lavoratori gravosi che possono beneficiare dell’Ape sociale a partire dai 63 anni di età. A tal proposito, esisterebbe già un elenco di mansioni con cui integrare quello attuale. Inoltre, anche per le donne sarebbero allo studio forme di tutela con anticipi di 2 o 3 anni per ogni figlio.

“Abbiamo sempre detto che gli interventi sulle pensioni dovevano essere contemperati con le disponibilità di bilancio. E anche gli interventi devono essere progressivi”. Ha ricordato la Calderone a margine di un convegno sulla formazione continua di Fondimpresa. “Confido che subito dopo l’estate ci sia la possibilità di aprire invece un primo approccio di una riforma che vedrà la luce in tempi più lunghi”.