Parlamento
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Scuola, gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione Istruzione alla Camera, Anna Laura Orrico, Gaetano Amato, Antonio Caso e Susanna Cherchi, hanno duramente criticato l’operato del governo Meloni in ambito scolastico. In una nota informativa, si parla di tagli finanziari e di aumenti stipendiali miseri, fatti passare, invece, come un atto per valorizzare la professione docente. Il M5S menziona anche la possibile chiusura di 700 scuole, soprattutto al Sud, in relazione al piano riguardante il dimensionamento scolastico previsto nella legge di bilancio.

M5S attacca governo Meloni: ‘Dovrebbero ripassare i numeri, nella legge di bilancio sono stati programmati tagli per 4 miliardi’

‘Gli esponenti della maggioranza per attaccare Conte – esordiscono i pentastellati nella loro nota informativa – si arrampicano sugli specchi ma dovrebbero ripassare i numeri. Quando parlano di risorse per le scuole innovative fanno riferimento ai soldi portati da Conte con il PNRR? Si ricordano che fu il governo Conte 2 a stanziare ben 10 miliardi nel 2020 solo per fronteggiare la pandemia? La valorizzazione dei docenti sono i 24 euro in più lordi stanziati da Valditara? Ed è vero o non è vero che in legge di bilancio sono programmati tagli per 4 miliardi con la scusa della denatalità? – Così gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione Istruzione alla Camera Anna Laura Orrico, Gaetano Amato, Antonio Caso e Susanna Cherchi.

E poi: è vero o no che hanno previsto la riduzione del numero di dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi con «accorpamenti» e riduzione del numero delle scuole? Se non ci fosse in ballo la possibile chiusura di 700 scuole, soprattutto al Sud, perché ben 4 regioni hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro la norma sul dimensionamento prevista in legge di bilancio? I colleghi della maggioranza – attaccano i pentastellati – devono queste spiegazioni non al Movimento 5 Stelle ma al Paese, e potranno darle pubblicamente la prossima settimana quando si discuterà la nostra mozione alla Camera proprio su questi temi. Lì si vedrà se hanno studiato i numeri o se continueranno a mentire per fare della scuola pubblica il solito bancomat sacrificato sull’altare dell’austerity come da tradizione dei governi di centro-destra”.