Commissione europea e assunzioni Gps posto comune
Commissione europea e assunzioni Gps posto comune

Ore di fermento quelle successive alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto PA che reca le misure del piano di reclutamento annunciato dal Ministro Valditara, tra conferme e smentite. Manca ancora un tassello da risolvere: quello delle assunzioni dalle Gps posto comune.

Da alcuni mesi si sta attendendo in merito il responso della Commissione Europea, di cui ad oggi non si conosce ancora una data. Marcello Pacifico, presidente Anief, ha però reso noto nella giornata di ieri l’ennesimo parere con cui l’UE bacchetta l’Italia per abuso di precariato nei confronti dei lavoratori pubblici con 36 mesi di servizio alle spalle. Questo, secondo il sindacato, “potrebbe avere un peso sul parere di Bruxelles relativo alle stabilizzazioni da Gps”.

Correo (gruppo europeo Greens/EFA) : “Decenni di discriminazioni e abusi”

L’eurodeputato Ignazio Correo (gruppo europeo Greens/EFA) ha così riassunto la vicenda su BlogSicilia:

“L’Italia ha letteralmente ignorato decenni di discriminazioni e abusi a danno di decine di migliaia di lavoratori del settore pubblico, tenuti in perenne precarietà. Il parere della Commissione UE, a seguito di innumerevoli azioni politiche e interrogazioni, sollecita l’Italia a provvedere ad una soluzione concreta e tempestiva.

Dopo l’avvio dell’infrazione nel 2019 la Commissione UE finalmente sollecita l’Italia a combattere concretamente l’abuso di contratti a tempo determinato e le condizioni di lavoro discriminatorie per i lavoratori pubblici. Decenni di abusi in piena violazione della direttiva 1999/70/CE sul lavoro a tempo determinato a danno di decine di migliaia di insegnanti, operatori sanitari, forestali e vigili del fuoco, tenuti in perenne precarietà”.

L’eurodeputato ha poi proseguito definendo quello di Bruxelles un “passo importante che conferma la bontà di anni di battaglie, culminate con l’incontro recente in Commissione Petizioni qualche settimana fa, in seguito al quale ho chiesto alla Commissione UE di intervenire tempestivamente, considerate le perduranti inadempienze delle autorità italiane. Al 14/10/2022, in risposta alle molteplici petizioni ricevute dal Parlamento europeo, la Commissione stava ancora valutando le informazioni presentate dalle autorità italiane, ma non aveva ancora espresso un parere motivato”.