Pollice verso il basso
Pollice verso il basso

Docenti precari, nei giorni scorsi è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto PA, un provvedimento che include nuove misure in ambito scolastico: tali misure, però, hanno generato un’ondata di polemiche. Il Comitato ‘Precari Uniti per la Scuola’ ha diffuso un comunicato all’interno del quale vengono elencati i motivi per i quali le misure contenute nel nuovo decreto PA non possono essere ritenute soddisfacenti come soluzione al problema del precariato.

Decreto PA, il Comitato ‘Precari Uniti per la Scuola’: ‘Insoddisfacente’

Il Comitato ‘Precari Uniti per la Scuola’ sottolinea come la politica, negli ultimi mesi, abbia proposto alcune soluzioni per il problema del precariato, lasciando intendere che la cosiddetta ‘fase transitoria‘ potesse rivelarsi utile all’assorbimento dei docenti a tempo determinato che hanno prestato servizio per almeno tre anni nelle scuole statali, attraverso modalità straordinarie di reclutamento. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, invece, ha annunciato un sistema di reclutamento che altro non è che un concorso ordinario, definito impropriamente dagli “addetti ai lavori” riservato o straordinario ter.

‘Il nuovo concorso riservato, di fatto, è un concorso ordinario’

Nel decreto PA tale concorso non viene neppure menzionato in quanto la modalità di reclutamento è quella già prevista dal DL N. 36/2022, ‘ovvero un concorso che di riservato o straordinario non ha proprio nulla e che pone sullo stesso piano chi ha maturato esperienza nella scuola con chi non ne ha mai fatta, prevedendo, come requisiti di partecipazione, tre anni di servizio negli ultimi cinque, di cui uno specifico nella materia per cui si concorre, o i 24 CFU conseguiti entro il 30 ottobre 2022′.

Il Comitato ‘Precari Uniti per la Scuola’ rimarca il fatto che ‘tale modalità non rappresenta affatto la soluzione del problema del precariato, basti pensare all’equiparazione, ai fini della partecipazione, tra chi si è appena laureato e chi da anni porta avanti la scuola con contratti a tempo determinato. Appare, inoltre, singolare la posizione assunta dal Ministero dell’istruzione e del merito sui posti di sostegno, la cui regolamentazione è invece contenuta nel D.L. 44/2023′. 

La questione sostegno

In merito alla questione sostegno, il Comitato ‘Precari Uniti per la scuola’ si chiede come mai i docenti precari di materia che hanno maturato tre anni di servizio non potranno accedere ai futuri corsi abilitanti da 60 CFU senza preselezione: ‘Come mai tale differenziazione?’ ‘Vista l’illegittima previsione dell’inserimento in coda alla I fascia Gps (elenchi aggiuntivi) da parte di coloro che si sono specializzati/abilitati presso Università, previsto dal comma 13 del D.L. 44/2023, il Comitato ‘Precari Uniti per la Scuola’ considera necessario l’immediato riconoscimento dei titoli di specializzazione e abilitazione U.E. e l’inserimento dei 13.000 docenti in possesso di titoli comunitari nella I fascia GPS, a pettine, seppur in attesa di riconoscimento, e che venga eliminata la disposizione relativa alla risoluzione contrattuale in caso di mancato riconoscimento, nelle more dell’attività di valutazione del Ministero’.

Comitato ‘Precari Uniti per la Scuola’: ‘Indispensabile il doppio canale di reclutamento’

Al termine del comunicato, il Comitato ribadisce il proprio no ad ulteriori modifiche del concorso straordinario bis, sottolineando, invece, come sia indispensabile l’introduzione del doppio canale di reclutamento, parallelo ai concorsi ordinari: un doppio canale di reclutamento che coinvolga anche la seconda fascia GPS, riservato ai triennalisti. Si chiede, infine, che l’accesso ai prossimi percorsi abilitanti da 60 CFU venga consentito a tutti i docenti che abbiano maturato tre anni di servizio su materia, senza selezione in ingresso, senza numero chiuso e senza obbligatorietà di un contratto in essere. Qui si seguito riportiamo il testo integrale del comunicato diffuso dal Comitato ‘Precari Uniti per la Scuola’.