Il Decreto Lavoro approvato lunedì 1° maggio 2023 dal Consiglio dei Ministri include anche un’importante novità che riguarda le pensioni: oltre a definire il futuro del Reddito di cittadinanza ed ad ufficializzare l’aumento degli stipendi tramite il taglio del cuneo fiscale, conferma l’anticipo di 5 anni della pensione fino al 2025.
Decreto Lavoro, pensioni: confermato l’anticipo di 5 anni
Come precedentemente anticipato, l’unica modifica sostanziale contenuta all’interno del Decreto Lavoro che riguarda il settore pensionistico è la proroga di due anni del contratto di espansione, che sarà quindi valido fino al 31 dicembre 2025. La misura consente di fatto l’uscita dal mondo del lavoro fino a 5 anni prima della maturazione dei requisiti anagrafici e contributivi, nell’ambito di un processo di riorganizzazione delle imprese. Ciò significa che potranno accedere allo scivolo i lavoratori che matureranno il diritto alla pensione di vecchiaia entro 5 anni dalla richiesta.
Per beneficiare del contratto di espansione sarà necessario sottoscrivere un accordo tra datore e organizzazioni sindacali, a cui dovrà ovviamente aderire anche il lavoratore, sancendo così la cessazione del rapporto di lavoro a titolo di risoluzione consensuale.
Qual è l’importo del contratto di espansione
I lavoratori che decidono di usufruire del contratto di espansione ricevono dal datore di lavoro un’indennità mensile fino alla prima decorrenza utile della pensione di vecchiaia. L’importo è pari a quello della pensione lorda maturata dal lavoratore al momento in cui avviene la cessazione del rapporto di lavoro. La decorrenza scatta dal primo giorno del mese successivo, a prescindere dalla data in cui viene avanzata la richiesta.
L’assegno smette, invece, di essere erogato quando il lavoratore raggiunge i requisiti per la pensione di vecchiaia o, se ne ha diritto, quelli per la pensione anticipata.