Il Consiglio di Stato annulla la nota sul depennamento dei docenti assunti con riserva dichiarandola illegittima, a conferma della sentenza del Tar n. 2507/2021. Lo scrive l’Avv. Francesco Orecchioni sul sito Diirittoscolastico.it. La nota ministeriale n. 24335, a firma del Direttore Generale del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione Filippo Serra, recava “precisazioni in merito alle istruzioni operative finalizzate alle immissioni in ruolo del personale docente per l’anno scolastico 2020/2021” e disponeva che l’immissione in ruolo, all’esito positivo del periodo di formazione e di prova, comportava la decadenza da ogni graduatoria, ad eccezione di graduatorie di concorsi ordinari, per titoli ed esami, di procedure concorsuali diverse da quella di immissione in ruolo. Questo con conseguenze negative per i depennati assunti con riserva, inclusi i diplomati magistrali.
Depennamento Gae e cancellazione dalle graduatorie
Moltissimi docenti, spiega l’avvocato, hanno rinunciato al ruolo per la paura di essere definitivamente espulsi dall’insegnamento nel caso di un probabile esito negativo del contenzioso. Sottolinea poi il contrasto con le indicazioni impartite dal Ministero nell’O.M. n.60/2020 (pubblicata appena un mese prima della nota), che prevede “Ai fini di cui all’articolo 4 del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2018, n. 96, i soggetti immessi in ruolo con riserva possono fare domanda di inclusione nelle corrispettive GPS. L’inclusione diviene effettiva all’esito del relativo contenzioso, qualora lo stesso porti alla risoluzione del contratto a tempo indeterminato.
L’assurdità delle disposizioni ministeriali
Il contrasto era stato rilevato anche dal giudice amministrativo con la sentenza n. 2507/2021. La nota del Ministero rendeva inoperanti le disposizioni dell’ordinanza ministeriale n.60. In questo modo, docenti confermati in ruolo a cui veniva annullata l’assunzione perdevano per sempre la possibilità di continuare ad insegnare, mentre i docenti che non superavano il periodo di formazione e prova, continuavano ad essere inseriti nelle graduatorie di concorso e per le assegnazioni delle supplenze. Un’incoerenza evidente e che ha quasi del comico, se non fosse che si tratta del lavoro delle persone.