Corte di Cassazione
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La Corte di Cassazione ha espresso il proprio giudizio in merito al caso riguardante i genitori di due studenti tratti in giudizio per diffamazione ai danni di una professoressa. I genitori avevano provveduto, nello specifico, ad inviare al preside e al provveditorato una lettera in cui si parlava di comportamento offensivo e, talvolta persino persecutorio, della docente in questione nei confronti degli studenti.

Comportamento ‘persecutorio’ dei docenti: il giudizio della Corte di Cassazione

Nella sentenza 17813/2023, come riporta il quotidiano ‘Il Sole 24 Ore’ (edizione di oggi, lunedì 15 maggio 2023), la Corte di Cassazione ritiene che debba essere valutata la ‘scriminante dell’esercizio del diritto di critica, quantomeno putativo, discendente anche dall’esercizio del diritto-dovere genitoriale’. Si è fatto presente come la lettera in questione non presentasse contenuti denigratori nei confronti della docente: nel testo venivano indicate le ragioni per le quali si riteneva ‘persecutorio‘ il comportamento della professoressa.

Secondo la Corte di Cassazione, ‘gli argomenti che attacchino una persona screditandola a livello individuale non possono fondare la scriminante del diritto di critica’. ‘Il Sole 24 ore’ sottolinea come, in questo caso, sia ‘configurabile l’esimente putativa dell’esercizio del diritto di critica nei confronti di chi abbia la ragionevole e giustificabile convinzione della veridicità dei fatti denunciati, lesivi dell’altrui reputazione’.