Ci siamo. Stavolta abbiamo le date. Sono state settimane di trepidazione in cui si vociferava che il voto degli emendamenti presentati al Decreto PA 44/2023 potessero iniziare già la settimana scorsa. Saranno invece le prossime ore ad essere decisive: dal 23 al 25 maggio le Commissioni riunite I e XI della Camera prenderanno le loro decisioni su oltre 500 richieste di modifica al citato provvedimento.
Tra gli emendamenti ne spiccano alcune decine definiti ‘salva-scuola’, riguardanti gli articoli 5 e 9 (Istruzione e Ricerca), presentati su indicazioni di Anief e Udir, ritenuti ammissibili al voto e già presentati dal sindacato in audizione la scorsa settimana.
Pacifico (Anief): “Emendamenti per salvaguardare la qualità della scuola”
Nelle scorse ore è intervenuto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief:
“Abbiamo presentato degli emendamenti con un preciso scopo: salvaguardare la qualità della scuola, tutelando i diritti di chi vi lavora ogni giorno. Il personale scolastico non può continuare a sottostare a norme anacronistiche che al tempo del post-Covid e del Pnrr vanno necessariamente riformulate”.
Ricordiamo che le proposte di modifica vertono su temi importanti che, se non approvati, potrebbero porre la scuola in una situazione di caos maggiore rispetto agli anni scorsi, soprattutto con riguardo alla questione del reclutamento. Va sottolineato infatti come alcune regioni al nord si ritrovino con province in cui le Gae sono esaurite e le graduatorie concorsuali potrebbero non essere sufficienti per coprire i posti vacanti, incrementando la ‘supplentite’ (pensiamo ad esempio alle Gm 2020 della scuola primaria e infanzia).
Le proposte di modifica nel dettaglio
Riportiamo nuovamente gli emendamenti su cui i deputati saranno chiamati a votare in questi giorni:
reclutamento del personale; organici di docenti e Ata da ampliare, anche con 40.000 unità aggiuntive indispensabili per la gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza; la mobilità dei lavoratori della scuola, sottomessa a vincoli che non hanno più alcuna ragione di esistere se non per disattendere il diritto costituzionale al ricongiungimento delle famiglie anche in presenza di posti vacanti; i contratti, bloccati dalla perenne mancanza di risorse; accorgimenti anche su concorso ordinario e straordinario bis, insegnanti licenziati dopo l’anno di prova, facenti trasferimenti dei dirigenti scolastici, l’aumento dei posti di accesso al TFA sostegno anche attraverso corsi in modalità telematica, la stipula di contratti con riserva dei ruoli per abilitati e specializzati all’estero, l’assunzione in ruolo su posti comuni da prima e seconda fascia Gps.