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Nei giorni scorsi, in un liceo di Milano, un fatto ha sconvolto la quiete dell’istituto. Una dirigente scolastica ha scritto sui social un post ironico sugli studenti DSA. I liceali e le famiglie non le hanno perdonato il commento. Il Consiglio direttivo AID e l’Associazione Italiana Dislessia hanno scritto nel loro comunicato: “Frasi gravissime di una dirigente scolastica sugli studenti con DSA. Come si può tradire la missione della scuola”. e ancora: “In merito alle illazioni su presunte false diagnosi, l’associazione ribadisce le certificazioni diagnostiche di DSA sono un atto clinico basato su criteri scientifici condivisi a livello internazionale. Il Consiglio direttivo AID e l’Associazione Italiana Dislessia tutta esprimono incredulità e indignazione per quanto è avvenuto” nei giorni scorsi al liceo Majorana di Rho (Milano)”.

Dirigente scolastica su alunni DSA: i fatti

Il commento della dirigente scolastica del liceo scientifico e linguistico ha provocato l’insurrezione degli studenti. Sul suo profilo Facebook ha scritto il seguente messaggio: “I mesi di aprile e maggio sono pericolosissimi. Decine e decine di studenti diventano, all’improvviso, dislessici, discalculici, disgrafici…ma poveri…sarà il cambio di stagione”. In risposta un commento di un collega professore che ha ulteriormente aggravato il post: “Davvero, poveri. Forse è meglio ricoverarli in qualche centro specializzato”. Alcuni studenti hanno tappezzato la scuola con le fotocopie del post per render noto a tutti l’accaduto e diverse classi hanno scioperato dalle ultime ore di lezione. La dirigente si è scusata pubblicamente, definendo il suo post ironico, ma non è stato sufficiente.

L’AID (Associazione italiana Dislessia) scrive: “Troviamo gravissimo che un ufficiale dello Stato pubblichi sul proprio profilo Facebook, anche se in modalità di visualizzazione riservata ai propri amici, un commento del genere… Se un atto del genere lo avesse compiuto un ragazzo sarebbe subito stato accusato di bullismo. E un adulto? E un dirigente scolastico? Difendersi dietro a una supposta ironia appare ugualmente ingiustificabile”.

Le certificazioni diagnostiche di DSA sono un atto clinico

“Vorremmo fosse chiaro una volta per tutte – scrive ancora l’AID – che le certificazioni diagnostiche di DSA sono un atto clinico basato su criteri scientifici condivisi a livello internazionale e codificati anche nell’ultima Linea guida sui DSA del 2022. O si vuole forse accusare neuropsichiatri e psicologi di diagnosticare il falso? Siamo stanchi di queste leggende: chi muove queste accuse deve essere anche in grado di dimostrarle. A quale scopo poi ottenere una falsa certificazione? Davvero pensiamo ancora che gli strumenti compensativi e le misure dispensative siano un favore per gli studenti con disturbi specifici di apprendimento e siano sufficienti a garantire la promozione di chi non studia? Purtroppo crediamo, come dimostra questa vicenda, che spesso siano più grandi gli svantaggi e i pregiudizi che ancora accompagnano questa caratteristica di ben tre milioni di cittadini italiani.”