Assegno unico e universale INPS
Assegno unico e universale INPS

Assegno unico universale per i figli, dal prossimo 10 giugno sarà possibile conoscere le modalità di ricalcolo dell’assegno unico che interessano circa 900mila nuclei familiari, pari al 16 per cento circa della platea dei beneficiari della misura. Come sottolinea il quotidiano ‘Il Sole 24 Ore’ di oggi, lunedì 5 giugno 2023, si tratta di un maxi conguaglio che ha provocato lo slittamento dell’erogazione della mensilità di maggio, causando diversi disagi alle famiglie.

Assegno unico universale, le diverse casistiche relative al ricalcolo

‘Il Sole 24 Ore’ ha illustrato alcune casistiche che hanno determinato il ricalcolo degli importi spettanti alle famiglie. I conguagli, in prevalenza, sono stati positivi (vale a dire a credito) e hanno riguardato circa 512mila famiglie (in media circa 272 euro in più per ogni nucleo famigliare). Per 378mila famiglie, invece, si è trattato di un conguaglio a debito: in media si tratta di una decurtazione dell’assegno pari a 41 euro. La cifra da restituire, comunque, sarà rateizzata in più tranche. 

Per quanto riguarda le diverse casistiche, c’è quella riguardante la difformità dell’ISEE: in questo caso, l’assegno unico viene erogato ugualmente ma le famiglie dovranno rettificare o correggere la Dichiarazione sostitutiva unica (DSU) entro la fine dell’anno. Chi ha provveduto a correggere l’ISEE in tempo riceverà il conguaglio degli importi delle mensilità erogate; le altre famiglie, invece, percepiranno la sola quota minima (come in assenza di ISEE) e dovranno restituire gli importi erogati non spettanti.

Un altro caso è rappresentato dalle mensilità pre-parto. L’assegno unico, che spetta a partire dal settimo mese di gravidanza, va richiesto entro 120 giorni dalla nascita del figlio. Entro 120 giorni dal parto dev’essere aggiornato anche l’ISEE considerando la nuova composizione del nucleo familiare. Se l’ISEE è stato aggiornato entro 120 giorni dalla nascita del figlio, vengono riconosciuti gli importi maggiorati spettanti dal settimo mese di gravidanza in base al valore del nuovo ISEE. 

I conguagli riguardano anche i nuclei monogenitoriali. Gli ulteriori recuperi riguardano la maggiorazione per i genitori entrambi lavoratori, laddove richiesta in fase di domanda ma non spettante in presenza di nucleo monogenitoriale. I nuclei monoparentali che, erroneamente, avevano inoltrato la richiesta, saranno chiamati a restituire gli importi non spettanti. Rappresentano un’eccezione le famiglie con genitore vedovo che mantengono la quota extra per cinque anni dal decesso del genitore lavoratore). 

Inoltre, verranno ricalcolati gli importi spettanti per effetto dei chiarimenti sulle maggiorazioni per i nuclei familiari numerosi e per i figli successivi al secondo. Per il riconoscimento del forfait (100 euro, aumentato a 150 dal 2023) per i nuclei con almeno quattro figli, rilevano anche i figli più grandi (che non percepiscono l’assegno unico), non considerati inizialmente. Questi vanno conteggiati anche in merito alla quota riconosciuta dal terzo figlio in poi.