Bandiera dell'Europa
Bandiera dell'Europa

La Presidente del Parlamento Europeo, Dolors Montserrat, ha dichiarato la ricevibilità della petizione presentata dal SILAV (Sindacato dei lavoratori della scuola) per il tramite dello studio legale Fasano, avvocati Angela Maria Fasano e Stefania Fasano contro lo Stato italiano, che ancora non riconosce la validità dei titoli di specializzazione conseguiti all’estero per il sostegno. Vista la particolarità del caso e dei contenuti della petizione, la stessa è stata trasmessa anche alla Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori del Parlamento Europeo. Dunque, per la più importante istituzione comunitaria bisogna condurre una indagine sulle ragioni per cui lo Stato italiano oggi attua una negazione in pieno contrasto con le direttive e il diritto dell’Unione.

Riconoscimento titoli esteri: la parola all’Europa

Lo studio legale Fasano ha presentato una denunzia muovendo dal presupposto che legislatore comunitario, nell’ottica volta ad eliminare tutti gli ostacoli alla libera circolazione delle persone all’interno degli Stati Membri, ha predisposto una disciplina intesa a favorire il riconoscimento della qualifica professionale (titoli) conseguita in un paese, anche all’interno degli altri Stati. Gli avvocati Fasano, muovendo proprio dalla norma comunitaria, hanno avviato una procedura che interpellerà le istituzioni comunitarie, sensibilissime al tema del riconoscimento dei titoli stranieri e delle qualifiche professionali, come di recente avvenuto in altri Stati membri.

Invero, secondo l’orientamento della Corte di Giustizia, il fatto che l’Autorità di uno Stato membro qualifichi il già menzionato corso formativo come attività non regolamentata non è preclusivo del riconoscimento del relativo titolo in Italia, venendo in rilievo non solo l’art. 13 della direttiva n. 55/2013, ma anche in principi di libera circolazione dei lavoratori e di libertà di stabilimento. Principi tutti violati dalla condotta del Ministero. L’Italia sta violando la normativa comunitaria in materia di titoli conseguito presso uno Stato membro.

Se la petizione ha successo?

Se la petizione dovesse essere conclusa positivamente, al termine dell’istruttoria comunitaria avviata, per lo Stato italiano non vi sarebbero più scuse: riconoscimento del titolo effettivo, senza discrezionalità nell’opposizione della negazione come accaduto fino ad oggi. I docenti potrebbero, quindi, essere ricollocati in graduatoria GPS con diritto al risarcimento del danno in forma specifica per le annualità perse, diritto al punteggio per intero (12 x anno) e diritto alla liquidazione delle retribuzioni che si sarebbero potute percepire se lo Stato italiano non avesse posto la negazione.