Il Decreto Salva-Infrazioni risponde alle richieste dell’Unione Europea sui precari della scuola? Secondo Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, alcuni aspetti delle procedure di infrazione della Commissione Europea non sono del tutto affrontati nel decreto legge n. 69 approvato lo scorso 7 giugno e pubblicato già in Gazzetta Ufficiale. Intervistato da Teleborsa, Pacifico chiarisce che le norme sulla ricostruzione di carriera e sulla carta docente sono ovviamente una prima risposta a quanto richiesto dall’Europa, ma c’è dell’altro.
Procedura di infrazione 4231
Come spiega il sindacalista, la procedura specifica di infrazione, la 4231, che è stata attivata dalla Commissione Europea nel 2014 e che “negli ultimi tre anni grazie alle iniziative di Anief in Parlamento Europeo e al Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa ha prodotto delle lettere di messa in mora e a richieste di parere motivato”, non viene affrontata. La richiesta dell’Europa allo Stato Italiano riguardava l’introduzione di misure per prevenire l’abuso dei contratti a termine e non trattare in maniera sfavorevole il lavoratore precario rispetto a uno di ruolo. Per cui cosa manca nel Decreto Infrazioni, che invece avrebbe dovuto esserci?
Abuso dei contratti a termine dei precari
Il leader dell’Anief fa notare che “nella risposta dello Stato italiano si parla delle future ricostruzioni di carriera, si parla di assegnare la carta docente ai supplenti annuali”, ma non si affronta il problema nella sua forma completa. Per questo motivo, il giovane sindacato ha annunciato che le mancate risposte del governo alle richieste esplicite dell’Unione europea “verranno portate anche stavolta in Parlamento dall’Anief. Nel Decreto si rileva la mancanza di:
- una specifica indennità da dare ai precari per l’abuso dei contratti a termine,
- parità di trattamento da garantire
- un piano straordinario di stabilizzazioni che porti a coprire le emissioni di ruolo al di là dei tanti concorsi riservati che sono stati banditi attraverso il doppio canale.