Sulle novità che dovrebbero arrivare con il Decreto PA2, la FLC CGIL fa alcune anticipazioni relative al reclutamento e la formazione a scuola, commentando quanto proposto nel testo della bozza, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri. Il sindacato indica le novità previste per le prove dei prossimi concorsi ordinari, sulle graduatorie di merito, gli idonei del concorso 2020 e i corsi abilitanti. Di seguito una sintesi e poi il commento del sindacato scuola.
Novità previste nel Decreto PA2 sulle assunzioni
Le prove scritte dei concorsi ordinari si svolgeranno con l’ausilio di mezzi informatizzati e con più quesiti a risposta multipla. Al termine del periodo di attuazione del PNRR, si potrà optare per una prova scritta con più quesiti a risposta aperta. In questo caso l’accesso alla prova scritta può essere riservato a coloro che superano una prova preselettiva. I quesiti potranno essere predisposti da Università, consorzi universitari, enti pubblici di ricerca o Formez PA. La prova orale accerterà le conoscenze e le competenze del candidato sulla disciplina della classe di concorso o tipologia di posto per la quale partecipa, nonché le competenze didattiche e l’abilità nell’insegnamento anche attraverso un test specifico
In quanto alle graduatorie, saranno stilate per un numero di candidati pari ai posti messi a concorso e potranno essere integrate nel limite dei posti banditi, se intervengono delle rinunce con candidati che hanno raggiunto almeno il punteggio minimo previsto per il superamento delle prove. E’ stata abrogata la norma che prevedeva che i docenti vincitori del concorso ordinario privi di abilitazione andassero in coda nella graduatoria e che gli abilitati avessero una precedenza nell’assunzione.
Le graduatorie dei concorsi ordinari 2020 e concorsi STEM, comprensive degli idonei, sono prorogate sino al loro esaurimento. Dall’anno scolastico 2024/2025 saranno utilizzate in coda rispetto a quelle da effettuare per raggiungere i target previsti dal PNRR (quindi le 70 mila assunzioni previste con il nuovo sistema di reclutamento e la formazione da 30 o 60 CFU).
Corsi abilitanti: come funzioneranno?
E’ stata soppressa la misura che evita che si creino troppi abilitati su classi di concorso specifiche tali che il sistema non sia in grado di assorbirli. I corsi da 30 CFU rivolti ai docenti “ingabbiati” e specializzati sul sostegno privi dell’abilitazione, saranno erogati con modalità telematiche. I vincitori dei prossimi concorsi ordinari non abilitati dovranno sostenere la formazione abilitante durante la fase dell’anno di prova e formazione con contratto a TD, e potranno ripetete la prova finale del corso abilitante una seconda volta. Se bocciati 2 volte, decadono dalla graduatoria concorsuale e perdono la possibilità di essere immessi in ruolo.
Chi partecipa al concorso con i 30 CFU integra i CFU/CFA, ove mancanti, per il completamento del percorso abilitante. Chi partecipa al concorso con i 24 CFU conseguiti entro il 31 ottobre 2022, se vincitori, faranno il percorso 36 CFU/CFA regolato dal DPCM. Per gli anni accademici 2023/2024 e 2024/2025 i percorsi universitari e accademici di formazione iniziale potranno essere svolti, a esclusione delle attività di tirocinio e di laboratorio, con modalità telematiche, comunque sincrone in misura non superiore al 50 per cento del totale. Gli ITP fino al 31 dicembre 2024 i diplomi che danno accesso alle classi di concorso del tipo B rimangono validi ai fini della partecipazione ai concorsi.
Il commento del sindacato
La FLC CGL rileva le cose positive: la semplificazione dei prossimi concorsi ordinari e dei meccanismi di costituzione delle graduatorie dei prossimi concorsi, senza distinzione tra chi partecipa avendo già l’abilitazione e chi no. Poi aggiunge: “Sugli idonei dei concorsi ordinari 2020 e concorsi STEM la norma rappresenta un passo in avanti, ma risponde solo parzialmente alla nostra richiesta di tutelare questi docenti che hanno superato una procedura selettiva. Il rischio adesso è che vadano in coda rispetto a chi farà i prossimi concorsi. Come FLC CGIL chiederemo quindi che vi sia una attenta ricognizione delle classi di concorso e posti su cui bandire i nuovi concorsi, perché non ha senso bandire dove ci sono migliaia di idonei in attesa di assunzione.
Sui corsi abilitanti rileviamo che il governo ha fatto tutte scelte volte ad abbassare i costi per chi organizza la formazione e abbassare conseguentemente la qualità dei percorsi formativi: le modalità telematiche servono esattamente a questo e, ovviamente, impattano sulla qualità dei corsi abilitanti a dispetto di tasse di iscrizione estremamente alte per i corsisti. Sarebbe stato più giusto, visto che si parla della formazione che dà accesso alla professione docente, prevedere finanziamenti specifici per le Università che organizzano i corsi, in modo da garantire un’offerta adeguata ai bisogni della scuola in tutte le regioni del territorio nazionale e non svilire la qualità dei percorsi.
In mancanza di un impegno finanziario specifico possiamo ampiamente prevedere che l’offerta formativa nelle regioni del centro nord sarà inferiore al fabbisogno, come già oggi avviene per il TFA sostegno. Su questo punto faremo proposte emendative e non possiamo accettare che l’intero costo dei corsi sia scaricato sui corsisti: parliamo di 2.500 euro per i corsi da 60 CFU e 2.000 per quelli da 30, senza alcuna progressività della tassazione o sostegno per chi ha redditi bassi. Per i docenti ingabbiati o specializzati che vogliono conseguire un’ulteriore abilitazione, oltre ad abbassare il costo dei corsi chiederemo che i corsi abilitanti siano garantiti in base al reale fabbisogno di questi docenti che aspettano da anni l’abilitazione, attivando corsi in sovrannumero per queste specifiche categorie”.