Ricostruzione della carriera
Ricostruzione della carriera

Ricostruzione della carriera, il decreto Salva Infrazioni, pubblicato alcuni giorni fa in Gazzetta Ufficiale, ha apportato importanti novità per quanto riguarda la ricostruzione della carriera. La nuova normativa è intervenuta sul Testo Unico Istruzione: non mancano, però, i dibattiti sui social e le polemiche in merito a quelle che saranno le conseguenze per il personale neoassunto, a partire dall’anno scolastico 2023/24.

Ricostruzione della carriera, l’Avvocato Giannuzzi Cardone spiega i ‘danni’ per i neo immessi in ruolo

L’Avvocato Gianluigi Giannuzzi Cardone, in riferimento alla nuova normativa, ha pubblicato un post sul proprio profilo Facebook. Facendo un esempio, ha illustrato quali saranno le penalizzazioni a cui andranno incontro gli immessi in ruolo a partire dal prossimo anno scolastico 2023/24. L’esempio in questione riguarda un comune decreto di ricostruzione di carriera di un docente di scuola media.

Come si vede dalla prima tabella, spiega l’Avvocato Giannuzzi Cardone, il docente ha un servizio effettivo di 84 mesi e 92 giorni, ossia 7 anni, 3 mesi e 2 giorni. Con il vecchio metodo il docente entrato in ruolo si è visto riconoscere una pregressa anzianità di 7 anni 4 mesi e 0 giorni, ossia 28 giorni in più di quanto abbia effettivamente lavorato (tabella in basso, freccia rossa).
Inoltre al compimento del 18esimo anno riceverà ancora un ulteriore incremento immediato di 1 anno e 8 mesi (tabella in basso, freccia blu).
Quindi, questo docente al compimento di 18 anni in realtà avrà 19 anni e 8 mesi e ovviamente raggiungerà l’aumento previsto alla maturazione di 21 anni con 1 anno e 8 mesi di anticipo.


Con il nuovo metodo entrerà in ruolo con il solo servizio effettivo (tabella in alto) e cioè 7 anni 3 mesi e 2 giorni e tali resteranno. Quindi il “nuovo” docente rispetto al “vecchio” non solo è entrato in ruolo con un’anzianità lievemente minore (28 giorni) ma soprattutto non riceverà mai quanto indicato sotto la freccia blu. Dopo il compimento di 18 anni di anzianità dovrà lavorare ancora 3 anni per raggiungere l’aumento previsto al complimento di 21 anni. In pratica nel nostro esempio, ad ogni aumento stipendiale, il “nuovo” docente dovrà lavorare 1 anno e 8 mesi in più per raggiungere lo stesso stipendio del “vecchio” docente. Il nuovo metodo è quasi sempre deleterio.

Lo è quando, come nell’esempio fatto, l’anzianità effettiva (prima tabella) è inferiore a quanto il docente otterrebbe fin da subito (tabella in basso, freccia rossa) e lo è anche quando l’anzianità effettiva (prima tabella) è inferiore a quanto otterrebbe al 18* o 16* anno, a seconda del ruolo in cui lavora il docente (tabella in basso, freccia rossa + freccia blu).
Raramente l’anzianità effettiva (prima tabella) – conclude l’Avvocato Giannuzzi Cardone – è maggiore di quella che il docente si vedrebbe complessivamente riconoscere (seconda tabella, freccia rossa + freccia blu). In questi casi il nuovo metodo è più vantaggioso.