Il testo del decreto legge 69/2023 cambia le regole in materia di ricostruzione di carriera per docenti neo-assunti. Con il meccanismo attuale, che si applica al personale già in ruolo, la valutazione del servizio pre-ruolo per intero vale solo per i primi quattro anni, mentre l’ulteriore periodo viene valutato nel limite dei due terzi. Il nuovo meccanismo dedicato ai neoassunti, invece, prevede la valutazione integrale
di tutto il servizio pre-ruolo, sia ai fini giuridici che economici, senza l’attuale limitazione ai primi 4 anni. Ma la norma conviene a tutti? Un articolo di oggi de Il Sole 24 Ore fa emergere alcune ombre della nuova norma.
Nuova Ricostruzione carriera: aspetti positivi e negativi
L’eliminazione della penalizzazione prevista nella ricostruzione carriera attuale in merito alla valutazione dei servizi pre-ruolo eccedenti il quarto anno (che si valutano per soli 2/3) sembra nascondere qualche ombra. Questo perché il decreto stabilisce che per i nuovi assunti non si applicherà più la disposizione di favore che prevede, ai fini della riconoscibilità di un intero anno scolastico, l’aver prestato almeno 180 giorni di servizio, o aver prestato servizio ininterrottamente dal 1° febbraio fino al termine delle operazioni di scrutinio finale. Potrebbe sembrare una cambiamento di poco, ma non lo è.
La norma era un criterio favorevole ai lavoratori nel conteggio. Adesso, ai fini del riconoscimento giuridico ed economico, si valuterà tutto il servizio di insegnamento pre-ruolo effettivamente prestato, senza scorciatoie. Si tratta di una disparità di trattamento? In un certo senso chi fa la ricostruzione carriera con i criteri attuali può segnare il servizio anche se ha lavorato solo 180 gg in un anno o dal 1 febbraio al termine delle lezioni. Con la valutazione del solo servizio effettivo, invece, i docenti che in un anno scolastico hanno maturato solo il minimo dei 180 giorni previsti per la sua valutabilità otterranno una ricostruzione di carriera meno favorevole, a parità di periodi di servizio pre-ruolo coi colleghi già immessi in ruolo. In altre parole, stesso servizio, inquadramento stipendiale differente.