Quota 103
Cartello scritta Quota 103

A ridosso del nuovo incontro fra Governo e sindacati sul tema pensioni si rafforza sempre di più l’ipotesi di una possibile Quota 103 bis per il prossimo anno. Non è, infatti, da escludere che nel 2024 venga prorogata per un altro anno la misura di anticipo pensionistico che al momento consente l’accesso alla pensione a 62 anni di età e 41 di contributi versati.

Riforma pensioni 2024: in arrivo Quota 103 bis?

Più si avvicina il nuovo incontro tra Governo e sindacati sulla Riforma pensioni 2024 e più crescono le ipotesi che Quota 103 possa essere riconfermata per altri 12 mesi. Niente è ancora deciso. Ciò che è certo, però, è che il futuro del sistema previdenziale dipende fortemente dalle risorse economiche a disposizione. La misura di anticipo pensionistico che consente ai lavoratori di andare in pensione a 62 anni di età e 41 di contributi, di fatto, non costerebbe eccessivamente per le casse dello Stato, soprattutto se si considera che gli aventi diritto rappresentano una percentuale piuttosto limitata dei lavoratori.

Ad ogni modo, sarà compito dell’Osservatorio sulle pensioni istituito dal Ministero del Lavoro fornire un quadro più preciso sulle previsioni di spesa relative alle varie ipotesi pensionistiche. Allo stato attuale, qualora non dovesse essere prorogata Quota 103, rimarrebbe possibile lasciare il mondo del lavoro soltanto con la pensione di vecchiaia a 67 anni e la pensione anticipata ordinaria con 42 anni e 10 mesi di contributi versati (41 e 10 mesi per le donne).

Le altre misure

Non bisogna dimenticare che l’obiettivo del Governo resta pur sempre quello di istituire Quota 41 secca entro la fine della legislatura e di superare, quindi, la Legge Fornero attraverso una maggiore flessibilità in uscita, soprattutto per i lavoratori gravosi. In quest’ottica si starebbe pensando di estendere l’Ape sociale ad una più ampia platea di beneficiari. Allo stesso modo per le donne con figli si starebbero studiando ulteriori forme di tutela con anticipi fino a 2-3 anni per ogni figlio. I sindacati dal canto loro chiedono il ripristino di Opzione donna nella sua versione precedente rispetto a quella attuale e vorrebbero rendere strutturale la pensione anticipata a 62 anni.