Saranno circa 220 mila i docenti che saranno interessati a luglio dalle procedure dedicate alle immissioni in ruolo e dalla scelta delle 150 preferenze rivolte alle graduatorie Gps e Gae. Le due operazioni quest’anno infatti si svolgeranno praticamente in simultanea, con l’invio delle rispettive istanze dalla piattaforma Istanze Online. Ci si chiede quindi intanto se la compresenza di così tanti utenti sul portale non possa creare rallentamenti e difficoltà di accesso. Oltre al fatto che (cosa ben più importante) l’affidamento al solito algoritmo causerà problemi di non poco conto alle nomine. Di questo avviso è Cub Scuola che, alla redazione Ansa, ha definito “assurda l’applicazione di un algoritmo” per assumere gli insegnanti.
Ricorso al Tar per porre fine all’uso dell’algoritmo e tornare in presenza
“Ѐ inapplicabile e determina enormi problemi per l’entrata in lavoro degli insegnanti e di conseguenza per milioni di studenti il prossimo anno scolastico“. Queste le parole di Cub Scuola sull’utilizzo dell’algoritmo.
“Si è deciso di render quasi simultanea l’immissione in ruolo di circa 50mila docenti e l’assegnazione delle cattedre ai restanti 170 mila e più supplenti annuali. In questo modo i primi non potranno cancellarsi per tempo dalla graduatoria, bloccando cattedre che dovranno poi essere assegnate in un ‘secondo turno’, mentre i secondi si troveranno costretti a scegliere le sedi di servizio ‘al buio’ potendo solo optare tra rischiare di finire a 100 km da casa o di non potere accettare l’incarico e rimanere disoccupati“.
“La procedura 2023, infatti, non prevede – spiega la Cub Scuola – che al secondo turno le cattedre risultate vacanti dopo l’immissione dei nuovi docenti di ruolo vadano, come imporrebbe la legge e il merito, al docente con il maggior punteggio in graduatoria, bensì al primo escluso dal primo turno di nomina, saltando così a piè pari tutti coloro che, pur con maggiori titoli, non avevano trovato collocazione al primo turno.”
Il sindacato ha infine dichiarato l’intenzione di porre fine a quello che sembra assumere le sembianze di un ‘abuso di potere’, tutelando allievi fragili, docenti e famiglie. Proprio per questo ha annunciato di voler ricorrere in urgenza al Tar del Lazio per ottenere una sospensiva di questa ‘procedura illogica e illegale’.
Ritorno delle nomine in presenza
Da quando la pandemia ha ‘costretto’ alle procedure informatizzate questo modus operandi è rimasto anche con la chiusura del periodo emergenziale. Ora più che mai però si sente l’esigenza di un ritorno in presenza.
“Basterebbe ritornare alle nomine in presenza, procedura che ha garantito per decenni i diritti di allievi e docenti e rispettare la normativa che prevede in questi casi un intervento umano a valle dell’azione del sistema di decisione automatica, per introdurre i necessari correttivi prima di far divenire definitive la nomine“. Questo l’intervento di Cosimo Scarinzi, segretario Cub Scuola.