Si continua a puntare il dito contro l’algoritmo e un meccanismo di attribuzione degli incarichi Gps che potrebbe comportare gli stessi disguidi dell’anno scorso. Sebbene quindi ormai sia tutto deciso dal Ministero, ancora si chiede a gran voce il ritorno in presenza per quanto riguarderà le convocazioni. Su questa linea anche COBAS, che in un recente comunicato, pubblicato su La Tecnica della Scuola, chiede anche la pubblicazione delle disponibilità dei posti per garantire maggiore trasparenza agli aspiranti.
Docenti precari penalizzati, tra algoritmo e scelte al ‘buio’
“Nessun algoritmo, come denunciato in questi anni, potrà garantire la trasparenza necessaria né la possibilità di una scelta adeguata in situazioni che durante l’assegnazione si modificano di momento in momento. I docenti precari italiani sono già abbastanza sfruttati, non aggiungiamo una modalità di assegnazione degli incarichi che rischia concretamente di diventare strutturale e che, oltre a presentare profili di illegittimità, li penalizzerà ulteriormente.
A questo si aggiunge la novità di quest’anno: nel periodo di compilazione delle domande per le supplenze, gli aspiranti non potranno conoscere la disponibilità delle cattedre. Quelle ad oggi messe a disposizione dagli uffici sono solo cattedre di diritto che peraltro saranno assegnate al personale che sarà assunto a tempo indeterminato e ai colleghi e alle colleghe che hanno chiesto la mobilità (assegnazione provvisoria e/o utilizzi). Per i colleghi precari sarà quindi una scelta al buio, con le evidenti conseguenze che potranno verificarsi.“
Queste le parole del sindacato COBAS, che si è anche voluto focalizzare su una corsa alla puntualità da parte del Ministro Valditara che quest’anno ha voluto anticipare la finestra temporale della scelta delle 150 preferenze, col rischio però di creare ulteriori danni ai precari della scuola.
“Pertanto, chiediamo che le convocazioni per l’assegnazione delle supplenze da Gps avvengano in presenza dopo la pubblicazione di tutte le cattedre disponibili (di diritto e di fatto), per consentire ai docenti una scelta il più possibile soddisfacente per loro e magari anche per gli studenti e studentesse in virtù del diritto alla continuità didattica.”