Nei primi sei mesi del 2023 l’Inps ha erogato 370.136 nuove pensioni con un calo del 16,6% rispetto allo stesso periodo del 2022. Ad incidere sul fenomeno ci sarebbero l’esaurimento delle uscite con Quota 100 e Quota 102 e l’inasprimento dei requisiti per l’accesso ad Opzione donna.
Pensioni anticipate in calo: i dati Inps
Durante il primo semestre del 2023 l’Inps ha elargito 370.136 nuove pensioni. Registrando così un calo del 16,6% rispetto al 2022 quando nello stesso periodo erano state registrate 444.118 nuove pensioni. A confermarlo sarebbe proprio l’Osservatorio Inps che ha riscontrato in particolare un consistente calo delle pensioni anticipate con l’esaurimento di Quota 100 e Quota 102.
A tal proposito, nell’ambito dell’amministrazione pubblica nei primi sei mesi del 2023 sono state erogate 42.955 nuove pensioni anticipate contro le 63.630 dei primi sei mesi del 2022. Ciò significa quindi una riduzione del 36,01%. Un fenomeno confermato anche nel settore privato con un calo del 21,1%, con 56.801 nuove pensioni sempre nel primo semestre del 2023 e 71.987 nel 2022.
L’effetto della nuova formula di Opzione donna
Ad accentuare tale tendenza ci avrebbe pensato Opzione donna nella sua attuale formulazione che, come ricordiamo, consente ad oggi l’accesso anticipato alla pensione alle lavoratrici con 35 anni di contributi e 60 anni di età, con una riduzione di uno o due anni in base al numero di figli a carico, purché appartenenti a determinate categorie (caregiver, invalide al 74% e disoccupate o dipendenti di aziende in crisi). Di fatto, secondo il monitoraggio Inps, nei primi 6 mesi dell’anno ci sarebbero state solo 7.536 nuove pensioni con Opzione donna contro le 24.559 di tutto il 2022. La causa, ovviamente, sarebbe da imputare all’inasprimento dei requisiti di accesso.
Anche l’importo medio delle pensioni sarebbe in calo rispetto allo scorso anno. 1.168 euro nel 2023 contro 1.183 nel 2022. Ciò dipenderebbe soprattutto dall’aumento del numero di pensioni calcolate sulla base del metodo contributivo puro, decisamente meno vantaggioso rispetto al vecchio sistema retributivo.