Il problema del precariato è una ‘piaga’ che affligge da troppi anni il mondo scolastico, senza che il Governo di turno riesca ad adottare soluzioni concrete, perlomeno di attenuamento. Intanto i supplenti dilagano, e anche quest’anno si raggiungeranno cifre record che supereranno molto probabilmente i 200 mila. Come detto da più fronti poi i concorsi indetti negli ultimi anni si sono rivelati un flop, richiedendo la necessità di un meccanismo di selezione del personale docente più efficace. In questo senso più volte è sbucato il tema del doppio canale di reclutamento, puntualmente accantonato per poter poi essere tirato fuori alla successiva campagna elettorale. Ecco però spuntare una nuova proposta: lasciare ai dirigenti scolastici la facoltà di indire concorsi interni per selezionare i docenti.
Fasce: “C’è bisogno di un cambio di mentalità”
A intervenire sul problema della ‘supplentite’ è stato Paolo Fasce, dirigente dell’Istituto Nautico di Genova e Camogli. Come riporta Orizzonte Scuola il DS ha voluto avanzare una proposta per provare a invertire la rotta degli ultimi anni.
Come leggiamo Fasce ha osservato come la causa del problema sia mutata nel tempo: dal boom demografico agli anni ’80 e ’90, quando la lentezza del sistema concorsuale generò liste interminabili di idonei; fino all’insufficiente sintonia tra i percorsi abilitanti universitari e le esigenze numeriche delle scuole negli anni 2000. Questi fattori, uniti a un calo demografico e a un’increscente avversione verso la professione di insegnante, hanno portato a una carenza di insegnanti in Liguria (situazione tra l’altro simile anche nelle altre regioni del centro-nord).
Ecco perchè secondo il dirigente scolastico servirebbe un ‘cambio di mentalità’. Non è mancata da parte dello stesso anche una critica ai concorsi partoriti nel corso degli anni, definendoli ‘stagionali’ e inefficaci: “Il sistema attuale, troppo orientato ai contenuti e alla prassi, genera un ciclo di precariato difficilmente sfuggibile.”
Perchè non iniziare con un progetto pilota?
“Affidare alle scuole il ruolo di “stazione di concorso”. Gli insegnanti dovrebbero essere selezionati dai dirigenti scolastici, tutorati durante l’anno e valutati al termine dell’anno scolastico. Questo “precariato promettente” dovrebbe essere seguito da un biennio di formazione. A fine percorso, una commissione composta da scuola e università dovrebbe validare l’assunzione a tempo indeterminato.”
Ecco la proposta di Paolo Fasce, che si spinge anche oltre, chiedendo che questa idea possa cominciare ad essere messa in atto in regioni pilota per valutarne l’eventuale efficacia, intanto “peggio di così non potrà mai andare.”