Uno degli emendamenti più discussi al Decreto PA bis ha ricevuto l’ok dal Senato: anche i docenti precari delle scuole paritarie avranno accesso ai percorsi di abilitazione. Basteranno infatti 3 anni di servizio, svolto anche presso istituti paritari e non continuativi, per poter partecipare ai corsi abilitanti agevolati da 30 CFU. Cade quindi quella discriminazione che per anni ha messo su piani diversi i precari delle scuole statali e delle scuole paritarie, nell’esultanza delle associazioni cattoliche. “Finisce la lunga attesa per i tanti docenti che da anni insegnano nelle scuole paritarie e che non sono stati fino ad oggi riconosciuti idonei perché sprovvisti di titolo abilitante” ha dichiarato in un comunicato l’Agorà delle parità, un insieme di più sigle di gestori e genitori di scuole paritarie cattoliche e d’ispirazione cristiana. Eppure questo clima festoso, del cui sperato risultato si sono fatti per mesi portavoce anche alcuni sindacati, non ha accomunato tutte le parti.
L’elogio di Suor Monia Alfieri al Ministro Valditara per l’attenzione data ai docenti delle scuole paritarie
Non poteva mancare la soddisfazione di Suor Monia Alfieri, Cavaliere al merito della Repubblica e paladina proprio delle scuole paritarie, la quale ha dichiarato:
“Vorrei esprimere la mia più profonda gratitudine, facendomi ovviamente interprete e portavoce di docenti, genitori e alunni, al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, per il coraggio, l’intraprendenza, la capacità di intessere reti di dialogo con le diverse associazioni di categoria, doti che hanno portato ad un risultato dalla portata storica: il riconoscimento del servizio svolto presso una scuola paritaria ai fini dell’ottenimento dell’abilitazione e la conseguente possibilità di trasformare a tempo indeterminato il contratto dei docenti in servizio presso la scuola pubblica paritaria.“
Dura la FLC-CGIL: “Provvedimento sbagliato e ingiusto”
Una voce fuori dal coro è stata quella del sindacato FLC-CGIL, il quale ha manifestato particolare durezza nel commentare l’emendamento che dovrà ricevere il sì anche dalla Camera il 31 luglio:
“I percorsi semplificati sono lo strumento che il datore di lavoro “Stato” ha a disposizione per dare riconoscimento ai docenti che prestano l’attività professionale all’interno delle scuole statali e si colloca nell’insieme delle disposizioni dirette a superare il precariato storico della scuola italiana.
Riteniamo sbagliato e ingiusto mettere sullo stesso piano un’esperienza professionale che ha seguito le rigorose regole di selezione e reclutamento della scuola statale e quella che ha seguito altri criteri di accesso, spesso discrezionali del datore di lavoro privato”.
Il sindacato guidato da Gianna Fracassi ha anche definito l’emendamento in questione introduttivo di “disparità tra lavoratori ed appare assolutamente ideologico“.
La controrisposta di Suor Alfieri a FLC-CGIL
Immediata è stata la controrisposta di Suor Alfieri che non ha gradito il disappunto della FLC-CGIL:
“Ho sempre avuto l’idea che i sindacati debbano difendere i lavoratori. Questa mia idea, forse un pochino idealista e idealizzante, si scontra amaramente con le evidenze odierne. Mi riferisco alle critiche mosse all’emendamento Abilitazione docenti per le paritarie e mi chiedo come possa un sindacato criticare un provvedimento che pone fine al precariato di 15.000 lavoratori della scuola. Precari che non solo non sono difesi ma per i quali il sindacato non esulta alla notizia della fine del loro status di precari.
I grandi risultati si raggiungono solo quando società, politica e mondo associativo dialogano senza difendere interessi di parte o meschine rivendicazioni. Forse che i 15.000 mila precari, ormai ex precari, non sono tesserati al sindacato? Invito allora quelli che ormai sono divenuti ex precari a fare la tessera.”